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L'imbucata

Mercato in autofinanziamento: Milenkovic il primo sacrificabile

Matteo Magrini l'imbucata
Un punto sul mercato della Fiorentina che potrebbe avere il primo titolare sacrificabile: Nikola Milenkovic e c'è un motivo ben preciso
Matteo Magrini

Non ci voleva chissà quale mago indovino per immaginarselo o, per meglio dire, per sapere che qualcuno la Fiorentina lo avrebbe voluto (o dovuto) sacrificare. Del resto, in quella famosa conferenza stampa di fine/inizio stagione, le (non) risposte ad un paio di domande furono non chiare. Di più. In mezzo a tante spiegazioni precise infatti, sia Daniele Pradè che Alessandro Ferrari non dissero esplicitamente né che per finanziare il mercato sarebbero state necessarie delle cessioni pesanti né che ci fosse l'intenzione di ridurre il monte ingaggi. “Se dovessimo individuare giocatori funzionali e che siano in linea con le nostre possibilità il presidente non ci imporrebbe di vendere prima ma ci darebbe il via libera”, disse il direttore generale. “E' chiaro che ci sono dei paletti molto rigidi, soprattutto nel rapporto tra ricavi e monte ingaggi, che vanno rispettati”.

Frasi che, seppur prendendola abbastanza alla larga, si potevano tradurre con due “sì”. I viola si devono autofinanziare gli acquisti e devono (vogliono) assolutamente abbattere il “costo del personale”. Niente di clamoroso, sia chiaro, né di scandaloso. E' il calcio di oggi ed è giusto che una società voglia tenere i conti in ordine e i bilanci a posto. Certo, si torna sempre lì, per riuscire a coniugare rigore finanziario e “forti ambizioni” serve una grande competenza. Si vedrà. Per il momento, e così torniamo al punto di partenza, ci limitiamo alle indicazioni che stanno arrivando negli ultimi giorni.


La più importante riguarda Nikola Milenkovic. Guarda caso, e per quanto ci riguarda ciò ha sempre rappresentato una stortura, il giocatore più pagato (circa 3 milioni netti a stagione più bonus) della rosa. La notizia non è tanto l'offerta del Nottingham Forest (bassissima, nemmeno in doppia cifra per il momento) ma la reazione del club viola. Detto del “no” ad una proposta ritenuta non all'altezza, ciò che è importante sottolineare è che la volontà è più che precisa: cederlo. E chi pensa che la Fiorentina accetterà solo proposte molto alte (diciamo dai 20 milioni in su) sbaglia di grosso. Per ottenere il via libera ne servono meno. Questo perché, appunto, il centrale serbo ha costi che i viola ritengono abbondantemente eccessivi.

La domanda è: è un sacrificio sopportabile? Probabilmente sì anche se, appunto, dipenderà da come verrà sostituito. Arriverà un giovane promettente o un “mestierante” affidabile ma senza chissà quali margini di crescita? Di sicuro, va da sé, si cercherà un calciatori che guadagni meno, ma molto meno, di Nikola. Valentini? Non penso, sinceramente, che sia lui l'uomo individuato per raccogliere l'eredità dell'ex Partizan. Quel che è certo è che a questo punto anche l'unico reparto nel quale i titolari parevano esserci andrà rivisto.

Resta da capire però, visto che parliamo di riduzione del monte ingaggi, cosa ne sarà di Nico Gonzalez. Ecco. Nel suo caso la sostituzione sarebbe molto più complicata visto che, al netto di comportamenti non sempre lineari e di un rendimento discutibile soprattutto nelle partite decisive, parliamo dell'unico giocatore della Fiorentina che negli ultimi anni abbia trovato il gol (circa 40 nelle sue tre stagioni in viola) con continuità. Può arrivare qualcosa di meglio? Difficile, non impossibile magari, ma difficile. Anche perché, appunto, si dovrebbe andare a prendere un profilo che non guadagni di più e che anzi, al contrario, pesi un po' meno sulle casse del club. E' sempre quello, il nodo: la competenza. Quella capacità di spendere poco (o non tantissimo) ma bene.

“E' incedibile al 99%”, disse Pradè su Gonzalez. Come detto a suo tempo, quell'1% restante non è altro che l'incertezza legata al tipo di proposte (al momento non ne è arrivata nessuna) che arriveranno. Servono (circa) 40 milioni per far sedere la Fiorentina al tavolo di una trattativa ma probabilmente, ascoltando qualche spiffero, ne basterebbe anche qualcuno in meno. Del resto, se non si hanno (o non si vogliono mettere di tasca propria) soldi da spendere non esiste una via alternativa. Bisogna vendere meglio che si può (come fatto l'anno scorso con Cabral e Igor) e reinvestire tutto quello che si incassa facendo scelte coraggiose ma, più che altro, giuste.

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