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Vanoli riparta dalla svolta di Torino, senza mezze misure: dal 3-5-2 ai 4 dietro

Vanoli
Questa squadra appare allo sbando, ha bisogno di nettezza, non di mezze misure. Vanoli lo sa: è tempo di trasmetterlo ai propri giocatori
Paolo Poggianti Redattore 

"Il 4-2-3-1 ha cambiato il Torino. Paolo Vanoli con la sua mossa ha aperto una breccia nella stagione del Torino". No, non siamo impazziti. Così scrivevano i colleghi di Toronews poco meno di un anno fa, a proposito della svolta tattica operata dal tecnico varesino coi granata. Dal 3-5-2 al 4-2-3-1: il cambio di modulo deciso da Vanoli diede la spinta al gruppo per uscire da una profonda crisi di risultati. In particolare, il passaggio alla difesa a quattro si era reso essenziale dopo il tracollo granata in autunno. Dalla perdita per infortunio di Duvan Zapata in poi. Il 3-5-2 non poteva più essere il modulo del Torino. E forse, anche per la Fiorentina, è arrivato il momento di accantonarlo. Così almeno si invoca da più parti e sembra proprio che lo stesso Vanolistia studiando la svolta tanto agognata. Un cambiamento tattico che ha richiesto un po' di tempo dall'insediamento del tecnico in panchina, ma che ora sembra essere maturo e non più rimandabile nella disgraziata stagione viola.

Pagina bianca: giocatori al posto giusto

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Nel caso dell'esperienza sulla panchina granata, il modulo scelto per la svolta fu il 4-2-3-1. Una disposizione tattica resa possibile dalla presenza in rosa di almeno due esterni alti: Karamoh e l'adattato Lazaro. Questo ci riporta al principale nodo irrisolto nella costruzione della rosa della Fiorentina che ha una completa lacuna nel ruolo. Come hanno già avuto modo di rimarcare il tecnico ad interim Galloppa e lo stesso Vanoli. La rosa non dispone di veri esterni alti di ruolo. Un preciso intendimento dato che sono stati via via venduti o non riconfermati dopo il divorzio con Italiano nell'estate 2024. Il rientro di Gosens potrebbe ovviare a questa mancanza? Solo in parte. Se il tedesco ha le qualità e l'attitudine offensiva per ricoprire quel ruolo, più complicato è individuare un alter ego altrettanto affidabile sulla corsia opposta. Dodò e Fortini per motivi diversi rappresentano soluzioni di compromesso. Mentre adesso quello di cui ha bisogno questa squadra, che appare allo sbando, è la nettezza, non le mezze misure. E Vanoli fin da subito, nelle sue dichiarazioni, è sembrato un uomo che risponde a queste caratteristiche. Ora, è tempo di tradurle in fatti e trasmetterle ai propri giocatori in campo. Perché questa squadra impalpabile assuma una fisionomia, la sua. Una pagina bianca da riscrivere daccapo.

La svolta nei fatti, non a parole

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La Fiorentina è tutta da impastare, perché priva di forma e qualsiasi equilibrio. Non siamo così ingenui da credere che il problema sia da ricondurre esclusivamente allo schieramento tattico , ma gli elementi per intervenire ci sono tutti. A cominciare dall'inedito lavoro di durata settimanale, con tutti gli effettivi a disposizione che potrebbe indurre Vanoli a non attendere oltre. Sicuramente potrebbe contribuire a convincere il tecnico a svoltare deciso, per individuare un assetto stabile e sostenibile per questa squadra. Alla ricerca di certezze che questo gruppo non ha o che ha definitivamente smarrito. Trovare la quadra. Vanoli lo ha fatto con il Torino, proprio come l'aveva fatto a Venezia. In quel caso la transizione fu all'inverso, dalla difesa a quattro passò a quella a tre. La crescita di Parisi offre una copertura sulla sinistra, dietro a Gosens più avanzato alla Lazaro. La squalifica di Pongracic dà l'opportunità di rilanciare Comuzzo da marcatore, bloccato come lo era Walukiewicz nella retroguardia del Torino. In più ci sarebbe spazio per le due punte che Vanoli avrebbe usato in granata, se solo avesse avuto Zapata da affiancare Adams. E quindi ecco il punto d'arrivo: il 4-3-1-2 o 4-3-2-1, a seconda degli interpreti.