Meteore Viola

Che fine ha fatto? Il business di Bolatti, eroe di Maradona e villain di Jovetic

Alessio Vannini

El Gringo, così soprannominato per via della sua capigliatura bionda, arrivò a Firenze da semi-sconosciuto. Ma in Sud America, pochi mesi prima, era diventato un vero e proprio eroe nonché il salvatore della panchina del ct argentino Diego Armando Maradona. Il 14 novembre 2009, l'Argentina, allenata proprio dal "Pibe de oro", si stava giocando l'accesso al Mondiale del 2010 in Sud Africa nell'ultima giornata-spareggio delle qualificazioni sudamericane. La formazione albiceleste vedeva in campo campioni del calibro di Messi, Higuain, Di Maria, Tevez e Mascherano, ma il risultato non si smuoveva dallo 0-0. Pareggio che non avrebbe permesso alla Selecion di ottenere il pass diretto per la più grande competizione per nazioni e inoltre avrebbe, probabilmente, terminato così la carriera da ct di Maradona, aprendo una pagina nera dello sport argentino. L'Uruguay di Forlan, Suarez e Cavani, col pareggio sarebbe, invece, passata per la differenza reti favorevole. Dopo una partita dominata per 80', nella bolgia di Montevideo, dalla squadra di casa, prima l'ingresso in campo di Bolatti al posto di Higuain e poi l'espulsione di Caceres ribaltarono completamente quella che sembrava una gara già scritta. Una punizione corta di Messi all'83', per il tiro di Veron, finì dopo una carambola sui piedi del neo-entrato Bolatti, che con la punta del piede destro fulminò Muslera, mandando l'Uruguay alla doppia sfida playoff contro il Costa Rica (poi vinta per 2-1 nel totale). Un gol che non scagionò dalle tantissime critiche il ct Maradona e i suoi, ma che fece felice il popolo argentino, almeno fino al Mondiale in Sud Africa.