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Hernani, i poteri forti e la strategia del Corvo

Una percentuale del cartellino del centrocampista brasiliano classe '89 appartiene al fondo d'investimento Europe Sports Group

Alessio Crociani

Da Calleri ad Hernani, passando dagli stretti legami con il potente Pini Zahavi e l'orbita di procuratori che gli gravita attorno, Ramadani in primis. All'apparenza possono sembrare storie totalmente diverse fra loro, ma grattando un po' in superficie si scopre che un comune denominatore c'è. Eccome se c'è. Sono le 'solite' TPO (Third Party Ownership), i controversi fondi d'investimento la cui presenza nel mondo del calcio fa discutere ormai da anni (LEGGI) e sulle quali Violanews.com aveva già provato a fare chiarezza in relazione a Calleri (LEGGI).

Una lunga ombra nera con la quale anche la Fiorentina dovrà fare i conti se davvero l'intenzione è quella di portare a Firenze Hernani Azevedo Junior, più semplicemente conosciuto come Hernani. Una percentuale del cartellino del centrocampista brasiliano classe '94, infatti, appartiene alla Europe Sports Group dei broker Eduardo Uram e Israel Rolim Do Carmo (nella foto). Il fondo ha sede legale in Lussemburgo, uno dei tanti paradisi fiscali nei quali proliferano le TPO (la Doyen Sports a Malta, la MSI di Kia nelle Isole Vergini Britanniche, solo per citare altri due esempi).

Lo stesso Atletico Paranaense, club che detiene la restante percentuale del cartellino di Hernani e con il quale Corvino ha già chiuso affari in passato per conto della Fiorentina (Neto e Romulo), è legato a doppio filo con l'economia dei fondi d'investimento. Insomma, le strategie di mercato del Corvo in questa sua seconda avventura a Firenze, sono sempre più legate a doppio filo ai poteri forti dell'economia calcistica. Un bene? Un male? Certamente un dato di fatto, almeno a giudicare dalle prime mosse estive della Fiorentina.

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