L’Italia s’è persa! Siamo come “dopo la Corea,,,” o dopo la “Macedonia..” È tutto da rifare…Bisogna cambiare e ristrutturare. “Gli esperti” che, invitati a commentare le partite in Rai e Sky, con i loro peana “pret a porter” mi hanno fatto venire in mente le prefiche, quelle donne che si invitano ai funerali perché con i loro piagnistei (a pagamento) possano rinvigorire il coro della tristezza. Le tragedie hanno un punto di non ritorno che prima del quale restano in realtà solo delle ipotesi. Pensate alla gioia dopo il gol di Zaccagni contro la Croazia. Eppure questa nazionale è sempre stata coerente. Contro l’Albania ha vinto giocando lenta e prevedibile, contro la Croazia ha pareggiato giocando poco e con un po’ di fortuna, ha perso contro la Spagna senza attenuanti. Le seconde voci nelle telecronache Rai e Sky si sono arrampicate sugli specchi per spiegarci che era una questione di schemi o di grinta. Ma come si può? In verità tutti parlano solo in base al risultato. Il grande problema della selezione di Luciano Spalletti è stato il centrocampo. il tecnico di Certaldo, che pure conosce il calcio, ha eletto a suo regista Jorginho che nell’Arsenal in tutta la stagione ha giocato tra coppe e campionato 36 realizzando un gol. Ha parte i suoi 32 anni, è apparso fino dall’inizio “fioco” quasi svuotato di energie. L’alternativa era Niccolò Fagioli che praticamente in campionato non ha giocato stante la squalifica. A parte l’opportunità di portare in azzurro un ragazzo che ha confessato di essere affetto da ludopatia (scommetteva senza ritegno), cosa poteva poi dare vista la sua prolungata assenza dal campo? Certo c’erano anche Raspadori e Frattesi che ancora non si riesce a capire se siano carne o pesce…C’era Folorunsho esordiente in serie A peraltro completamente ignorato in panchina. C’era Lorenzo Pellegrini che pare sempre sofferente da qualche acciacco. Il vero perno era Barella che, però, da solo, ha potuto poco o niente. Mancando il centrocampo una squadra moderna va in difficoltà con qualunque avversario che possa vantare un minimo di organizzazione di gioco. Niels Liedholm diceva; se palla abbiamo noi, non hanno gli altri…L’Italia di Roberto Mancini che vinse l’ultima edizione vantava in campo addirittura tre registi: Jorginho (che aveva appena vinto la champions con il Chelsea) Verratti e Locatelli. È chiaro che nel campionato l’esterofilia imperante di fatto penalizza la crescita dei talenti nostrani ma questo è così ormai da oltre mezzo secolo. Ecco che un selezionatore deve usare arguzia e esperienza per creare una squadra. Spalletti, cui non difettano arguzia e esperienza, parla spesso di gruppo. Soprattutto ha parlato molto. Noi siamo l’Italia, la nostra cultura, la nostra storia…Insomma aria fritta. Il gruppo è un concetto importante, ma un commissario tecnico è lì per progettare e realizzare una squadra. Ebbene, è mancata proprio la squadra.
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L’Italia s’è persa. Tutto da rifare come dopo Corea e Macedonia
Pubblichiamo un post di Massimo Sandrelli tratto dalla sua pagina Facebook
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