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Corriere Fiorentino
«Non mi sono messo niente di particolare in testa — ha spiegato ieri nell’Aula Magna di Coverciano Bonaventura — il mio unico pensiero è ed è sempre stato quello di lavorare al massimo e di dare il meglio di me stesso per migliorarmi, perché si può migliorare anche a 34 anni. Mi alleno bene, sto attento all’alimentazione, cerco di riposare nel modo giusto. Insomma, faccio tutto quello che serve». In fondo, è questo il suo segreto. Quell’umiltà e quella voglia di lavorare che gli ha permesso, in questo avvio di stagione, di far vedere forse la miglior versione di sé. Tanto da spingere Spalletti a definirlo «il Bellingham» dell’Italia. «I paragoni li lascio a voi, per me tengo la soddisfazione di essere tornato qua». Una gioia forse inaspettata, ma anche per questo particolarmente bella. «Se devo dire la verità non ci speravo più tanto perché nel frattempo soprattutto nel mio ruolo sono venuti fuori tanti giovani interessanti e pensavo che per me non ci fosse più posto». C’è voluto uno come Spalletti, per riportarlo in azzurro, e probabilmente non è un caso. Tra il commissario tecnico e Vincenzo Italiano infatti, le similitudini non mancano. Soprattutto se si parla di filosofia di gioco. «È vero — le parole di Bonaventura — per quello che sto vedendo in questi giorni il modo di giocare è simile. Ovviamente qualche dettaglio è differente, ma l’idea di massima è la stessa». Lo riporta il Corriere Fiorentino.
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