C’è chi punta su un blocco di giovani italiani e chi, invece, preferisce affidarsi ad alcuni stranieri. Due modi di operare diversi quelli di Atalanta e Fiorentina. Il quarto posto della squadra di Gasperini contro l'ottavo della formazione di Sousa racconta alla perfezione la bontà delle scelte del club orobico e, dall'altra parte, gli errori commessi dalla società gigliata.
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Soluzioni straniere vs blocco italiano: le diverse filosofie di Fiorentina e Atalanta
In estate Corvino ha puntato su molti giocatori stranieri che, però, non hanno dato il contributo sperato dal Dg viola. Pochi "forestieri", tanti italiani, giovani, di talento, ancor meglio se cresciuti nel vivaio nerazzurro: questa, invece, la...
La scorsa estate Corvino decise di giocare le sue fiches su Sanchez, Salcedo, De Maio, Cristoforo, Olivera, Milic, Dragowski, Toledo e Diks. I “fantastici” nove, però, non hanno dato il contributo che il direttore generale viola sperava. Anzi, c’è chi, come il portiere polacco, non si è mai visto e chi ha lasciato Firenze in anticipo. E’ il caso dell’attaccante argentino e del difensore olandese. In poche parole: un fallimento. Nel mirino della critica è finito, inevitabilmente, anche Pantaleo. Non a caso alcuni tifosi, sfogandosi sui social network, vorrebbero addirittura il licenziamento del dirigente gigliato, costretto tuttavia – bisogna ammetterlo – a lavorare con le "mani legate" a causa delle scarse risorse economiche disponibili.
Pochi stranieri, tanti italiani, giovani, di talento, ancor meglio se cresciuti nel settore giovanile nerazzurro. E' questa la politica vincente dell'Atalanta. "Made in Zingonia" potremmo dire. Impossibile allora non citare Andrea Conti e Mattia Caldara, entrambi classe 1994. Il primo si sta affermando come uno dei più forti terzini destri della Serie A. Il secondo, decisivo a Napoli con una doppietta, è già promesso sposo della Juventus, a testimonianza delle sue ottime qualità. Per non parlare di Gagliardini ('94) che ha fatto talmente bene nel girone d'andata da spingere l'Inter a tesserarlo fin da gennaio, anche se in prestito. L'eccezione, ma solo per la nazionalità, è Franck Kessiè, classe 1996. Quantità e qualità, l'ivoriano è un centrocampista "moderno", un'autentica rivelazione del nostro campionato. Per fortuna non ci sarà domenica. Andrea Petagna, invece, non è cresciuto a Zingonia, ma è in maglia nerazzurra che ha iniziato a far vedere con continuità le sue doti. Stesso discorso per Leonardo Spinazzola, folignate classe 1993, definito addirittura come nuovo Zambrotta.
Talenti sbocciati cui ne possono seguire altri. Attenzione allora ad Alessandro Bastoni e a Filippo Melegoni. Nati nel 1999, hanno già debutatto in Serie A, contro la Sampdoria, da titolari per di più.
Programmazione e italianizzazione della rosa si dice in questi casi. Due "ingredienti" che la Fiorentina ha dimostrato, purtroppo, di avere solo in parte.
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