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Biraghi: “Io il cane bastonato, ma non lo soffro. Adesso rispondo alle critiche”

Biraghi: “Io il cane bastonato, ma non lo soffro. Adesso rispondo alle critiche”

Il terzino sinistro è uno dei giocatori più esperti presenti al ritiro di Moena, e ha dichiarato di volersi assumere tutte le responsabilità del caso

Federico Targetti

Dopo la seduta a porte chiuse voluta da Mister Vincenzo Italiano, Cristiano Biraghi si presenterà tra qualche minuto in sala stampa per rispondere alle domande degli inviati in Trentino. Violanews.com vi riporta le sue parole in diretta testuale:

Bilancio del ritiro? "Siamo partiti bene, c'è grande entusiasmo per l'allenatore. I tifosi lo hanno chiamato l'anno zero, credo sia il termine giusto. Le nuove idee del Mister ci fanno divertire, è importante, poi sarà il campo a parlare. I presupposti per fare bene ci sono. Ho avuto un problemino, ma sono stato fermo solo per precauzione".

Rapporto con Firenze? "Per tanti sono il cane da bastonare, preferisco che sia così per me che per altri che magari le soffrono. So chi sono e cosa valgo, posso accettare giudizi ma per me non è un problema. In passato Gerson, Pjaca, giocatori di grande qualità, sono stati etichettati male da tifosi e giornalisti e non hanno dimostrato quello che potevano dimostrare. Io ho raggiunto negli anni un equilibrio, vado per la mia strada nel bene e nel male, perché fa tutto parte del gioco. Anche quando le cose andavano bene, se si doveva trovare il pelo nell'uovo ero sempre io. Ma se il prezzo da pagare per la carriera che ho avuto è questo io sono contento. L'importante è la Fiorentina, che non merita quello che ha ottenuto negli ultimi anni. Non è giusto vedere la Fiorentina arrivare alla fine della stagione con l'acqua alla gola, continui cambi di allenatore e giocatori che non si comportano correttamente. Io sono sempre stato sincero: per me la Fiorentina è un punto d'arrivo, come lo è stato l'Inter. Quest'anno ho avuto qualche offerta, ma ho detto 'Declinate tutto, non mi muovo'. Voglio prendermi le mie responsabilità e insegnare ai giovani cosa significa indossare la maglia della Fiorentina. Adesso ripartiamo da zero, tutti insieme".

Rimpianti? "Non ne ho. Tornare all'Inter era una mia priorità, dopo essere cresciuto in Primavera. Il Milan? C'è stato un contatto in passato, ma io credevo e credo nella Fiorentina. Questa è una famiglia che vive di sani principi, non cerco altro".

Nazionale? "Ci ho sperato fino all'ultimo, è normale, se non ci sono andato è perché evidentemente ci sono atleti migliori di me al momento. L'ho tifata come tutti, ovviamente".

Cosa serve alla Fiorentina? "Ognuno ha il suo pensiero, la verità non credo ci sia. E' una serie di errori fatti da tutti, dirigenza, staff e giocatori. La rosa di quest'anno è importante, quattro campioni continentali e tanti nazionali, e un allenatore che sta imponendo il suo credo. C'è voglia di allenarsi, di venire al campo e di seguire Italiano per fare le cose per bene. Non è facile passare dal quintultimo posto all'Europa, ma ci sono le basi per cominciare un progetto importante. Dobbiamo fare meglio degli ultimi anni".

Affinità Italia-Fiorentina? "Mancini ha fatto un percorso di tre anni, bene o male ci conosciamo tutti. In un club arriva gente nuova dall'estero, si fa fatica per via della lingua, ma sta a noi più esperti cercare di compattare il gruppo e far capire cosa significa essere qui alla Fiorentina".

Contributo realizzativo? "Spero che migliori, come è naturale. Devo essere più preciso, onestamente l'anno scorso potevo arrivare a 5-6, ne ho sbagliati tanti. Vediamo a fine anno".

Cross per Vlahovic? "Spero di fargli cento assist. Ci guadagneremmo tutti, la squadra in prima battuta. Dusan ha ancor più fame dell'anno scorso, tanto di cappello a lui, sta a noi dargli una mano anche in fase realizzativa. Sono il giocatore che ha avuto la percentuale maggiore di cross effettuati correttamente verso l’area avversaria. E per chi mi critica sono quello che tira addosso agli avversari".

Capitano? "Pezzella è un leader, finché c'è lui è un tema non da affrontare. Quest'anno è importante che io mi prenda le responsabilità che richiede una piazza di questo genere. Nei primi anni ho sbagliato, ora mi è tutto chiaro e voglio essere più responsabile. Io come altri quattro o cinque, trascinandoci dietro anche i compagni. L'anno scorso ho firmato per quattro anni, ho intenzione di rispettarlo e magari prolungarlo col benestare della società. Io e la mia famiglia stiamo bene a Firenze, io non vedo altro che la Fiorentina nel mio futuro".

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