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Il rischio di perdere il treno

Lezzerini ha dimostrato di avere doti importanti, ma di fatto non gioca da almeno due anni. Il rischio è quello di arrugginirsi e di perdere il treno giusto per affermarsi

Stefano Niccoli

Essere considerato uno dei migliori portieri in circolazione nonostante, già da qualche anno, non giochi con continuità. Un paradosso che descrive bene la situazione di Luca Lezzerini. Nella Primavera della Fiorentina il portiere classe 1995 aveva dimostrato di avere doti importanti. Doti che gli hanno valso i complimenti degli addetti ai lavori. Da almeno un paio di stagioni però Lezze - come lo chiamano gli amici - è fermo ai box. Le volte in cui è stato chiamato in causa sono state poche. La scorsa stagione, ad esempio, ha collezionato appena due presenze in campionato: contro Frosinone e Lazio. La sua crescita sportiva, di fatto, si è fermata al momento del suo ingresso in pianta stabile nella prima squadra viola. E si sa che per un portiere non giocare con costanza è deleterio. Per Lezzerini il rischio è quello di arrugginirsi - lo abbiamo visto a Moena, in particolare contro il Trapani -, ma soprattutto di perdere il treno giusto per affermarsi.

L'ideale, per lui, sarebbe lasciare Firenze in prestito per farsi le ossa. Il Pisa e il Vicenza lo avevano messo nel mirino, ma le offerte del club nerazzurro e di quello biancorosso sono state rifiutate. Alla fine non è da escludere che resti alla corte di Sousa almeno fino a dicembre, anche se col mercato aperto tutto può accadere. Con Dragowski si giocherà il ruolo di prima alternativa a Tatarusanu, ma il "pericolo" di buttare al vento mezza stagione c'è. L'età, è vero, gioca dalla sua parte, ma non si è giovani in eterno, sopratutto nello sport.