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Una lezione per ogni Nazione. Dall’Argentina all’Iran, cosa resta di Qatar 2022

Federico Targetti

Il Qatar, peggiore Nazionale ospitante nella storia dei Mondiali, ha segnato appena un gol e totalizzato tre sconfitte. Si preparava da una decina d'anni, ma i soldi da soli non fanno il successo. E questo, forse, è uno degli insegnamenti più importanti.

Uruguay, Belgio lasciano forse l'insegnamento più importante, perché mostrano la strada da non intraprendere: quella dell'eccessivo attaccamento ai rappresentanti di un ciclo ormai concluso. Cavani, Godin e Suarez da una parte, Vertonghen, Alderweireld e Hazard dall'altra. Non a caso, le cose migliori da entrambe le parti le hanno fatte vedere De Arrascaeta e Batshuayi, due che non sono prime firme ma che, a differenza dei più quotati compagni, erano in palla. Discorso che vale anche in tono minore per il Galles, con Bale, Allen e Ramsey ormai non più all'altezza e in questo caso nessuno dietro di loro

La Germania, poi, ha dato una lectio magistralis su come un centravanti, o comunque un attaccante che si possa riconoscere come riferimento offensivo, anche mobile e non necessariamente boa, serva sempre. Fullkrug non è chissà chi, ma stava per qualificarla lui, l'unico 9 in rosa, dopo il disastro col Giappone all'esordio.

Il Messico, che aveva sempre superato i gironi nelle ultime sette edizioni, non ha entusiasmato nonostante stia cercando di rinnovarsi in una fase di ricambio generazionale. A volte serve pazienza.

La Danimarca aveva tutto per fare un buon mondiale, addirittura rispetto a Euro2020 che l'aveva vista in semifinale aveva recuperato Eriksen, ma ha segnato appena un gol in tre partite e se n'è andata con la coda tra le gambe. Nulla è deciso in partenza, i risultati vanno sudati anche contro avversari come Australia o Tunisia.

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