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Tutto pronto per il Palladino-day: la sua idea di calcio. Tentativo per Pessina

Tutto pronto per il Palladino-day: la sua idea di calcio. Tentativo per Pessina - immagine 1
E' arrivato il giorno della presentazione del nuovo tecnico gigliato, in attesa dei primi acquisti, ma anche delle prime cessioni
Enzo Bucchioni Editorialista 

Raffaele Palladino era in città già ieri, ha fatto un’altra serie di incontri e di valutazioni con Pradè per definire sempre meglio i contorni della Fiorentina che verrà, la sua Fiorentina. E poi oggi alle 12 al Viola Park si alzerà ufficialmente il sipario sull’allenatore, chiamato a raccontarsi, a spiegare il suo calcio e quelli che saranno gli obiettivi in termini di giocatori, ma anche di risultati. E’ il Palladino-day, l’inizio di un nuovo ciclo per la società viola. Palladino è giovane e ambizioso, può continuare il calcio proposto da Italiano, raccoglie una bella eredità, ma è sicuramente un allenatore capace di proseguire il lavoro del tecnico che l’ha preceduto, ha la stessa mentalità, le sue squadre vanno in campo per vincere e per imporre il gioco attraverso l’organizzazione. Il Monza giocava un calcio intenso, fatto di pressing e recupero palla, come quello di Italiano. Di diverso ha il ricorso a una maggiore verticalizzazione, la spinta sulle fasce arriva dagli esterni bassi, gli esterni alti spesso si accentrano e vanno al tiro, il centravanti deve aprire gli spazi e fare le sponde. E’ anche più duttile nell’utilizzo dei moduli, la difesa a tre e non solo a quattro è nelle sue corde, il 3-4-3 o il 3-4-2-1 sono soluzioni praticabili. In conferenza stampa dirà meglio quali sono le sue idee, magari avrà studiato qualche altro abito per vestire la nuova Fiorentina, anche in base ai giocatori che troverà.

Mercato viola, la situazione

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E a proposito di giocatori, dalle sue parole capiremo che tipo di calcio vorrà fare, sarà più facile intuire gli obiettivi veri di mercato per uscire da un imbarazzante elenco di nomi accostati alla Fiorentina che sta velocemente arrivando alla cinquantina. Con picchi assurdi tipo Milik che, purtroppo per lui, s’è infortunato un’altra volta, di recente, non è all’Europeo e con il pregresso delle sue ginocchia è sempre ad alto rischio, mentre la Fiorentina non può più sbagliare o rischiare. Il centravanti però, e lo ribadiamo per l’ennesima volta, darà l’idea di che squadra e quale mercato vorrà fare la società viola che più volte s’è dichiarata ambiziosa. I nomi usciti, più o meno, sono stati proposti, sondati e valutati, ma la mia sensazione resta quella del primo giorno: potrebbero esserci sorprese. Serve poi un uomo di qualità al quale affidare le chiavi del centrocampo e un tentativo per Pessina del Monza sarà sicuramente fatto. Barak che voleva andare per giocare potrebbe invece avere più spazio, parlerà con l’allenatore, ma comunque il reparto andrà rinfoltito adeguatamente dopo i saluti di Arthur, Maxime, Duncan e molto probabilmente anche Bonaventura. Per la difesa dopo Valentini del Boca è rispuntato il belga Theathe, già cercato a gennaio. Sarebbe un ottimo colpo. Si prospetta anche il cambio del portiere, ruolo per il quale Palladino cerca determinate caratteristiche e ricorderete che a Monza non ci ha pensato due volte a mettere da parte il titolare Cragno per Di Gregorio. Scelta rivelatasi vincente. Il Genoa vuole Terracciano, il discorso è aperto e per sostituirlo lascerei perdere la pista Musso lanciata da qualcuno, per concentrarmi più su Audero non riscattato dall’Inter. Vuole giocare. Capitolo Castrovilli e Bonaventura. Non cambio idea da quello che vi ho scritto venti giorni fa: i due sono lontani dalla Fiorentina e ogni giorno che passa si allontanano ancora di più. Ho ascoltato e letto sfrenato ottimismo, soprattutto su Bonaventura, con tanto di vertice annunciato che infatti non c’è stato. Le cose stanno diversamente da quanto vi raccontano i Soliti Noti e i cronisti di Brozzi. La Fiorentina ha fatto delle proposte nette, mi viene da dire insindacabili o poco sindacabili, e ad oggi non ha avuto risposte. Per Bonaventura è stato offerto il rinnovo per un anno, con decurtazione dell’ingaggio. Il giocatore puntava a due e dal suo punto di vista è comprensibile. La situazione è questa, se i giocatori decideranno in extremis di dire sì alla proposta viola, c’è tempo fino a fine mese. Per le uscite da Nzola, Ikonè e Kouamè si pensa di tirare su un tesoretto di 25-30 milioni che potrebbero essere giusto quelli da investire in un centroavanti vero. Ripeto e so di essere noioso, che serve pazienza, il mercato è praticamente fermo, ma non soltanto per la Fiorentina. Idee tante, fatti pochi. Dopo l’Europeo si farà sul serio.


Franchi priorità per il nuovo sindaco

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Capitolo stadio. Non sono entrato nel merito durante la campagna elettorale per non trasformare un grosso problema in un’arma politica per nessuno. Ma il problema c’è, eccome se c’è. Ora il nuovo sindaco Sara Funaro per la città, per i tifosi e per la Fiorentina, dovrà occuparsene subito. In agenda metterei lo stadio al primo posto. Nelle ultime settimane i Calcioti ne hanno sparate di tutti i colori fino a teorizzare “la Fiorentina parli di mercato e non di stadio”. Una bischerata senza fine e senza pudore. Casomai sarebbe il contrario, con lo stadio è più facile fare mercato. Non lo dico io, ma le società di calcio inglesi, spagnole, tedesche e di tutto il mondo calcistico civilizzato. Purtroppo la Fiorentina non è riuscita a fare lo stadio di proprietà che avrebbe portato ingenti risorse e quindi maggiore possibilità di spesa sul mercato. Nardella ha ottenuto i soldi per il restauro del Franchi, con le sue buone ragioni ha preferito così per salvare un monumento, ma è evidente che ciò comporterà disagi per tutti prima della fine di un’opera ancora non completamente finanziata. Credo che in tempi rapidi, anche con il coinvolgimento del Governo per trovare i finanziamenti che mancano, si debba fare un cronoprogramma dettagliato dei lavori per capire i tempi e dare modo a tutti i soggetti interessati, dai tifosi alla Fiorentina, di capire cosa dovranno fare e quanti posti avranno a disposizione nei prossimi anni. Tutto questo per fare i conti delle entrate, delle uscite e dare un senso ai bilanci. Parliamo di dieci-dodici milioni di perdite l’anno che, i Calcioti dovrebbero saperlo, è il costo di un buon giocatore.

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