Bissare lo score ottenuto con le grandi e risolvere un problema che sembrava senza rimedio: è il momento della verità
"Se dopo 7 punti contro Juve, Atalanta e Milan non ne fai altrettanti contro Parma, Cagliari ed Empoli, allora siamo punto e a capo". Queste parole sono state messe nero su bianco dalla stessa penna che state leggendo nella notte tra il 5 e il 6 aprile, dopo il 2-2 di San Siro contro i rossoneri. A quasi un mese di distanza, la sfida è stata raccolta e superata da Palladino e i suoi ragazzi, pur con tante difficoltà e imprevisti: 7 punti prima e 7 punti dopo. E allora se davvero il problema piccole non è più cronico, e se la Fiorentina tiene fede a se stessa nei confronti diretti (Roma e Bologna in questo concitato finale di stagione), riteniamo di poter davvero permetterci di sperare in qualcosa di grande.
Non è perfetta, ma ci porta a casa
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Al pareggio col Parma c'era scoramento, ma dobbiamo ammettere che dopo aver visto i ragazzi di Chivu battere la Juve al Tardini abbiamo un po' rivalutato lo 0-0 del Franchi. La vittoria di Cagliari ottenuta dopo il rinvio, i disagi e la questione che ha riguardato Kean è stata un segnale, battere l'Empoli che lotta per non retrocedere senza anche Dodò un'insegna al neon: finalmente un rendimento costante. Anche se il gioco non si mantiene brillante - del resto non lo è mai stato, eppure i punti sono sempre arrivati in quantità accettabile anche nei momenti più difficili. E dire che del bello si è visto eccome, grazie ad Adli (bentornato, servirà come il pane avere sia lui sia Fagioli a disposizione) e grazie a Mandragora, il giocatore di Serie A con più contribuzioni a gol in assoluto dall'inizio di febbraio a oggi, 10. La Fiorentina, dopo 34 giornate, ha solo un punto in meno di quanti ne aveva l'anno scorso alla fine del campionato. La rosa è più forte, quindi non è nulla di miracoloso, ma se l'obiettivo era fare meglio, beh, questo obiettivo al 99% verrà centrato, almeno a livello di classifica.