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Mandragora, 10 gol+assist da febbraio a oggi: in Serie A solo Retegui come lui!

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Imprevedibilità ed intelligenza tattica: ecco Rolando Mandragora, i dati sono da urlo!
Matteo Torniai Redattore 

Ro(n)ando, che momento! La "l" è stata lasciata per strada, ma dopo la rovesciata di oggi era impossibile resistere. Tornando seri – o quasi – parliamo, questa volta, di Rolando Mandragora. La sua incisività e la sua continuità, sia nelle prestazioni che in zona-gol, rendono quasi superfluo scrivere un pezzo per esaltare il suo momento d’oro. Jolly nella prima parte di stagione, colonna portante nella seconda. Le considerazioni di Enzo Bucchioni sul centrocampista viola ci sentiamo davvero di sposarle in pieno: "Quando si crea la formazione, Mandragora è una delle prime tre o quattro pedine che metti in campo".

Perché questo? Mandragora si è dimostrato, anche nelle scorse annate, ma con una rilevanza diversa, un giocatore intelligente, capace di difendere e attaccare, di coprire e di buttarsi nello spazio. Insomma, la mezzala ideale, soprattutto in un 3-5-2. In queste ultime due partite, in cui la Fiorentina era orfana del suo riferimento centrale per eccellenza (Kean), si è vista ancora di più la sua lettura e capacità di gettarsi, a palla lontana, dietro la linea difensiva avversaria. A Cagliari, è lì, tra le linee, a servire Gosens per la rete del pareggio; e oggi, è  ancora lì, questa volta in area, da vero numero nove, ad inventarsi una rovesciata da "figurine Panini".


In Italia, in questo momento quanti giocatori sono come lui? Quanto ai numeri, nessuno! Sì, perché grazie alla nostra solita e fruttuosa collaborazione con Sofascore, siamo arrivati a conoscenza del fatto che il giocatore con la maglietta viola con la otto sulle spalle è, da febbraio ad oggi, il giocatore (attaccanti compresi) con la migliore contribuzione al gol (10, tra gol e assist) in Italia in tutte le competizioni, al pari di Mateo Retegui dell'Atalanta, il capocannoniere del campionato. L'avreste mai detto? Aveste mai pensato di vedere Mandragora, in una classifica di questo tipo, sopra a Kean, Leao, Pulisic, Lukaku e tanti altri? Non crediamo in molti.

A chi vogliamo dare i meriti, a Mandragora? Sicuramente, anche se, sin dai tempi di quell'Udinese-Genoa, del 30 marzo del 2019, abbiamo sempre avuto l'impressione che il centrocampista italiano non potesse solo essere un "tappa-buchi", ma, potenzialmente, a livello di qualità, la più imprevedibile delle armi del proprio arsenale.

Intuizione di Palladino? Può anche essere. In queste strane, ma belle storie, c'è sempre un briciolo di casualità. A Palladino va sicuramente il merito di aver puntato sul centrocampista della rosa che, più di tutti, ha le qualità per trasformare un'palla innocua al limite dell'area con la difesa avversaria schierata, in un'autentica perla (vedi la rete in casa contro il Panathianikos). Oggi, Mandragora per la Fiorentina è imprevedibilità ed intelligenza tattica allo stesso tempo. Non casualmente capitano dopo l'uscita dal campo di Ranieri...