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C’è difesa a 3 e difesa a 3: così la “brutta figura” con Lindelof diventa doppia
Nessuno chiedeva di battere il Napoli di Antonio Conte, che davvero quest'anno, dopo aver vinto lo Scudetto, sembra essere salito ad un livello europeo, pronto per affrontare le migliori squadre del continente in Champions League. Non è un problema aver perso contro una squadra che sicuramente a maggio sarà fra le prime tre (ci teniamo larghi) in classifica, non è questa la corsa che deve fare la Fiorentina. Il problema è che la partita è durata 15 minuti all'inizio e 15 minuti alla fine, ovvero quanto è bastato agli azzurri per mettere in ghiaccio il risultato - prima -, e quanto è riuscito poi Pioli, anche grazie ai cambi "di alleggerimento" di Conte verso la Champions, ad aggiustare il tiro con Nicolussi e Fazzini - poi.
Bene davvero il numero 22 arrivato in estate dall'Empoli: merita più spazio per la scossa che ha saputo dare da quando è entrato. E' duttile, può fare sia la mezzala sia il trequartista, ci sente. Promosso. Rivedremmo volentieri anche il regista ex Venezia, dato che il gioco latita ancora pesantemente e Fagioli, da play, ha offerto un'altra prova decisamente opaca. Viene da chiedersi se sia anche lontanamente il suo, se Nicolussi rischi di diventare insostituibile pur non essendo, e ci mancherebbe, Andrea Pirlo. Quel 3+2 di cui già Pioli ha parlato sembra l'unica via.
Ecco, però, 3+2: leviamo un attimo il secondo addendo e concentriamoci sul primo. La difesa a tre è sempre stata indicata dal tecnico come ideale per i giocatori in rosa: "Per come è costruita la squadra sarà più facile vedere la difesa a 3 che la difesa a 4, ma sarà il campo che ci dirà su cosa insistere, cosa modificare, abbiamo dei principi di gioco che vanno al di là dei sistemi tattici" (Pioli qualche giorno fa, a DAZN). Non si può che essere d'accordo: gli interpreti sono gli stessi dell'anno scorso, Dodò e soprattutto Gosens beneficiano del gioco a tutta fascia, quindi tutto ok, no? Beh, no. Perché è evidente che qualcosa, rispetto ai periodi di vacche grasse del 2024/25, non funziona. E' presto per emettere sentenze, ma quello che possiamo affermare è che la difesa a 3 proposta da Pioli ha in comune con quella di Palladino solo il numero degli interpreti. Nel 2024/25 la linea era schiacciata, mentre oggi vediamo una retroguardia alta, infatti è Pongracic, ben più veloce di Marì, a guidarla al centro. Comuzzo (anche oggi errore, ma non è lui il problema, non l'unico almeno) e Ranieri sembrano avere delle difficoltà con questo nuovo modo di difendere.
E così arriviamo all'ammissione di Pradè sulla volontà di sostituire Comuzzo con Lindelof, se il giovane friulano avesse accettato la proposta dell'Al-Hilal: "Abbiamo fatto una brutta figura con Victor, ma il suo arrivo era legato alla partenza di Pietro". Ecco, la brutta figura rischia di diventare doppia, fuori ma soprattutto dentro il campo, se Pioli non trova entro ottobre una soluzione a questo dilemma che un mercato imponente per nomi e investimenti non ha saputo togliere dalla scrivania del tecnico parmense. Perché a ottobre tutti entrano in temperatura, perché a ottobre inizia la Conference League, quest'anno davvero da non sbagliare. E sia chiaro, chi scrive non impazziva certo per Lindelof al posto di Comuzzo, ma magari avrebbe portato caratteristiche più adatte fin da subito, meno lavoro da fare in allenamento sui concetti. Questa, per lo meno, ci è stato fatto intendere che era la valutazione pronta ad essere concretizzata nei fatti. Non è ancora il momento dei processi, e non lo sarà nemmeno in caso di sconfitta contro il Como alla quarta di campionato. Ma si può essere d'accordo con l'allenatore almeno su quel che ha detto a Sky: ci aspettavamo qualche punto in più.
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