Potevo nascer gobbo, e invece grazie babbino. Tu, che il terremoto del Belìce ti ha portato lontano dalla tua amata Sicilia, hai scelto la Toscana per costruirti una nuova vita e il colore viola come grande amore. Non come tanti tuoi conterranei che hanno si sono fatti ammaliare da Juve, Milan o Inter, a te le cose facili non piacevano. Ma quelle belle sì, ed è così che col giglio sul petto mi hai trasmesso quell’amore viscerale che mi fa tanto gioire quanto rodere il fegato quando la Fiorentina scende su quel maledetto rettangolo verde.
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Le nostre prime volte: Potevo nascer gobbo, e invece scelsi gli scarpini gialli di Robbiati
Violanews.com vi racconta le prime volte dei nostri redattori. Raccontaci anche tu com'è nato l'amore per la Fiorentina
E così, quel 21 dicembre 1997 per la prima volta varcammo insieme i cancelli dell’Artemio Franchi. Dopo un viaggio lungo un’ora sull’Alfa 33 rigorosamente sintonizzata su Radio Blu, una sciarpa viola al collo, l’immancabile pranzo al sacco e il classico parcheggio arrangiato lontanissimo dallo stadio eccomi davanti a quel monumento - di questi tempi è proprio il caso di dirlo, si scherza eh – che mi bloccò. Sindrome di Stendhal. Wow. Guardavo con il naso all’insù quel tempio che ad un bambino di 9 anni sembrava il Colosseo.
Per la prima volta vedevo materializzarsi davanti a me quei campioni che fino ad allora erano stati solo poster e figurine. Il parterre di tribuna era già strapieno e i suoi posti migliori andati, quindi per me quel Fiorentina-Atalanta fu un allenamento per i muscoli del collo: su, giù, giù, su. Sì, perché ai tempi le vetrate a ridosso del campo erano sormontate da un minaccioso zig-zag di metallo per dissuadere i malintenzionati dalle invasioni di campo. Peccato che, se sbagliavi fila, non vedevi praticamente nulla.
Si parte e boom, legnata di Padalino di controbalzo e vantaggio viola. Esplode lo stadio e mi ritrovo per le terre. Non benissimo. Ma poco importa, la Fiorentina ha segnato e io sono in estasi. Il 2-0 – altra botta da fuori, di Michele Serena - subito dopo l’intervallo invece me ce lo perdiamo, perché tra una coda al bagno e una al bar sotto la tribuna io e mio padre arriviamo tardi. Ma la delusione dura poco, perché quel giorno la Fiorentina non lasciò nemmeno le briciole agli avversari. La serpentina di Luis Oliveira, poi finalmente ecco Batistuta! Il Re Leone, idolo della mia generazione, sorprese ancora il non irreprensibile Pinato da fuori area.
Poi restai colpito da un giocatore che stava entrando a fine partita. “Che sfortuna, potevano farlo entrare prima, che senso ha adesso che la gente se ne sta già andando” pensai ingenuamente tra me e me, ma rimasi folgorato dalle sue scarpette gialle. Ma Spadino Robbiati era più di un semplice panchinaro, era talento, mancino delizioso e incostanza. Quel giorno gli bastò un minuto per segnare, fissare il risultato sul 5-0 e far felice un bambino di 9 anni. E anche tu, babbino eri felice e orgoglioso di me. Oggi spero tu lo sia da lassù perché il mio cuore è viola e lo sarà per sempre.
IL TABELLINO
FIORENTINA : Toldo, Falcone, Firicano, Padalino, Serena, Cois, Rui Costa, (85’ Flachi), Schwarz, Oliveira, (81’ Bigica), Batistuta, Morfeo, (87’ Robbiati). All. Malesani.
ATALANTA : Pinato, Foglio, Sottil, Carrera, Rustico, Zenoni, (78’ Boselli), Carbone, Dundjerski, (51’ Zanini), Sgrò, Gallo, (56’ Mutarelli), Caccia. All. Mondonico.
RETI: 27’ Padalino 48’ Serena 77’ Oliveira 84’ Batistuta 90’ Robbiati.
I vostri racconti stanno arrivando copiosi, li posteremo via via alternandoli con i nostri. Vi ringraziamo per le tante partecipazioni, continuate a scrivere a [email protected]!
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