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Se Gudmundsson è in buona, non va tolto: i fischi del Franchi sono sacrosanti

Gudmundsson
Albert Gudmundsson in ripresa, lo dicono i numeri: ora Palladino deve dargli grande fiducia, per il suo bene e per quello della Fiorentina
Matteo Bardelli Redattore 

Albert Gudmundsson sta tornando. Contro il Torino abbiamo iniziato a intravedere, finalmente, quanto può essere fondamentale un giocatore come lui per la Fiorentina. L'islandese, quando ha il pallone tra i piedi, nella maggior parte dei casi ti sorprende. È l'unico in questa squadra veramente imprevedibile. Lo si nota che si tratta del classico giocatore "di un'altra categoria". Anche il gol contro la squadra di Vanoli, siglato da Kean, nasce da una sua giocata sulla sinistra: doppio passo per liberarsi di due avversari e palla al centro dell'area piccola per Colpani, che in acrobazia colpisce molto bene impensierendo Milinkovic-Savic. Il resto lo conosciamo.

I numeri parlano chiaro

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Questo concetto non viene tirato a galla per caso, come risposta a tutto ciò ci sono i numeri che parlano chiaro. Contro i granata, Gudmundsson ha vinto 7 duelli su 10 e realizzato due passaggi chiave, tra le statistiche più interessanti, dati nettamente superiori rispetto a quelli avuti dal 1° dicembre fino al 13 gennaio, dove la media passaggi chiave era di 0.77 e i duelli vinti 1.63. La sua forma sta pian piano crescendo, così come i suoi numeri. Adesso manca solo il gol.


La scelta di Palladino

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Per questo motivo la scelta di toglierlo da parte di Palladino, soprattutto contro il Torino, è stata sbagliata. È vero, come detto anche dal tecnico della Fiorentina in conferenza stampa, poteva essere stanco. Ma i granata avevano appena pareggiato, erano in dieci uomini e ti avviavi verso un finale di gara dove i tre punti sarebbero stati fondamentali. Non puoi andare a togliere un giocatore che anche con una semplice giocata può risolverti la partita (ricordate la partita con il Milan?). In quel caso doveva essere tolto Colpani, visto che a parte la gara di Lecce possiamo definirlo come la più grande delusione di questa prima parte di stagione della Fiorentina. E infatti, al momento del cambio, sono iniziati ad arrivare i primi fischi per Palladino per la scelta fatta. Incomprensibile per la maggior parte del popolo viola. Nei minuti finali bastava tenere Beltran e Gudmundsson vicini a Kean, andando a popolare l'area di rigore e lasciando quel pizzico di pazzia che poteva servire, visto che il Torino si era messo tutto in difesa. Magari la pareggiavi lo stesso, ma almeno avevi ancora in campo l'imprevedibilità di un giocatore fuori categoria come l'islandese. In questo momento solo questi giocatori, tramite grandi giocate, possono risollevarti da una situazione che settimana dopo settimana sta diventando sempre più pesante. Gudmundsson non va più tolto, o almeno non quando gioca bene, Firenze ha bisogno del suo numero 10.

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