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Morata e Sergi Roberto vs Dzeko e De Gea, quando l’esperienza unisce gli allenatori

Morata e Sergi Roberto vs Dzeko e De Gea, quando l’esperienza unisce gli allenatori - immagine 1
Due progetti molto diversi tra di loro. Pioli e Fabregas, però, su una cosa sono d'accordo: l'esperienza è fondamentale per aumentare la competitività del gruppo
Alessio Vannini

Che la gara di domenica tra Fiorentina e Como sia di grande importanza per la squadra di Stefano Pioli è sotto gli occhi di tutti, così come le differenze tra le due società e i due tecnici, che in qualche modo si trovano agli antipodi per idee e forze economiche. Da una parte, un club storico che negli ultimi anni prova a tornare nelle prime posizioni del calcio italiano, con un progetto sempre più sviluppato di italianizzazione; dall'altra, una società "rinata" con l'avvento della famiglia Hartono (miliardari indonesiani proprietari del club dal 2019), tramite super investimenti e una politica tutta giovanile e spagnola. Da un lato, un tecnico di grande esperienza, italiano e vincitore di uno Scudetto; dall'altro, un allenatore giovane, spagnolo, con idee nuove e dal passato glorioso, tanto da aver chiamato anche Messi per il suo "nuovo" Como. In tutta questa grande diversità, però, un aspetto torna simile in entrambe le squadre e in entrambi i tecnici: la ricerca dell'esperienza in ruoli importanti, come l'attacco e il reparto arretrato.

Da un portiere spagnolo all'altro

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Rimanendo sull'attuale Fiorentina di Pioli, sono presenti nella rosa due campioni dal passato glorioso e dal presente diverso. Il primo porta il nome di David De Gea, portiere spagnolo arrivato nell'estate 2024 da svincolato, dopo una vita passata al Manchester United. Sbarcato a Firenze tra lo scetticismo generale, si è già assicurato un posto tra i più forti estremi difensori della storia viola. Tra parate miracolose e una leadership riconosciuta da tutto il gruppo, prima Palladino e oggi Pioli si sono assicurati uno dei portieri più determinanti dell'intera Serie A, nonostante la carta d'identità dica 34 anni.

Da portiere a portiere: perché, se è vero che non si trova più nella rosa del Como, Pepe Reina è stato uno dei primi colpi della sessione estiva del 2024 di Fabregas. Nonostante i 42 anni, l'allenatore spagnolo decise di schierarlo da titolare all'inizio di quella stagione, salvo poi perderne il posto nel tempo. Nell'ultima gara stagionale, proprio a una domanda sull'ex Napoli, Fabregas rispose così: "Reina merita di giocare, lui mi ha dato tanto, in campo e fuori. È un ragazzo importante per me, per la società e per i compagni". Sintomo di un grande valore umano, prima ancora che tecnico.

Morata vs Dzeko

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Nonostante l'idea di entrambe le società sia quella di ringiovanire la propria rosa, davanti sono arrivate due soluzioni simili. Il Como ha continuato sulla via spagnola, prendendo Álvaro Morata in prestito con obbligo di riscatto dal Milan, mentre la Fiorentina si è catapultata su Edin Dzeko, attaccante bosniaco di 39 anni, svincolatosi dal Fenerbahçe. Ben più giovane lo spagnolo, visto che ha "soli" 32 anni, ma con una grandissima esperienza alle spalle tra Real Madrid, Atlético Madrid, Milan, Juventus, Chelsea e Galatasaray, più le tante vittorie con la nazionale spagnola. Fabregas, per presentarlo, ne parlò così: "Abbiamo un ottimo rapporto, abbiamo condiviso due anni al Chelsea e in nazionale. È un ragazzo incredibile, con un grande cuore: la sua umiltà e la dedizione al lavoro porteranno molto ai compagni di squadra. Non sono preoccupato per il nostro rapporto. Vuole fare bene. Ha lasciato più del 60% del suo stipendio in Turchia, e questo la dice lunga sulla sua mentalità, su quello che farà."

Mentalità e dedizione al lavoro per Morata, mentre Pioli, commentando l'acquisto di Dzeko, tornò addirittura all'epoca del Milan: "Dzeko lo volevo anche al Milan, quando non ero sicuro che Ibrahimović rimanesse. È un giocatore che alza il livello di una squadra, ed è duttile, può fare più cose in attacco." In entrambi i casi, i tecnici hanno parlato di quanto potessero essere utili Dzeko e Morata ai rispettivi compagni di squadra. Vista la giovane età delle due rose, l'idea di Pioli e Fabregas, in questo caso, è stata la stessa.

La ricerca di esperienza unisce Pioli e Fabregas

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E come dimenticare Sergi Roberto, terzino spagnolo di scuola Barcellona arrivato a Como nell'agosto del 2024. 33 anni e un palmarès stellare, con 7 campionati, 2 Champions League e altri 4 tornei internazionali. Descritto da Fabregas come l'unico giocatore vincente della sua squadra (assieme a Morata), e spesso paragonato ai tanti giovani del club lariano, che sono alla prima esperienza nel calcio dei grandi. Durante una conferenza stampa della scorsa stagione, il tecnico spagnolo parlò del contributo di Sergi Roberto, non fermandosi alle prestazioni sul terreno di gioco: "Nel futuro lo vedo ancora coinvolto. Con tanti giovani che arriveranno, servono figure come lui. Non è solo l’esperienza, ma anche come si allena: umiltà e cultura. Serietà e serenità. Sa quando si deve lavorare, quando alleggerire, ed è se sempre competitivo. Alza il livello del gruppo". Sergi Roberto, tra l'altro, nella stessa estate era stato cercato anche dalla Fiorentina, club che stava cercando un vice-Dodò di esperienza e affidabilità.

Insomma, nelle parole dei tecnici, quando si parla di calciatori di esperienza, il discorso ricade sempre sul valore che questi possono dare al gruppo, quasi come fossero degli altri allenatori, ma "infiltrati" insieme alla squadra. Un valore che, nonostante i progetti di Fiorentina e Como seguano percorsi diversi, unisce entrambe le società.