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Martinelli e la tentazione di Ulisse: lasciare Itaca per diventare grande

Matteo Torniai Redattore 

Chi ha visto Martinelli crescere non usa mezzi termini. Portiere moderno, 1,94 di struttura, esplosivo nelle spinte, pulito nelle letture, forte in uscita e sorprendente per mobilità laterale. Un profilo che a livello giovanile ha brillato ovunque: Sales, poi Fiorentina a soli 8 anni, fino a diventare il primo 2006 a partire titolare in Serie A (Atalanta–Fiorentina del 2 giugno 2024), e autore di un clean sheet europeo nel 7–0 al LASK.

Eppure, una volta entrato nel mondo dei grandi, la strada si è fatta stretta. Troppo stretta.

Prima Terracciano, poi De Gea, monumento del calcio europeo. Due portieri esperti, due gerarchie difficili da scalfire, due stagioni trascorse quasi interamente da spettatore. La “vicinanza al campione”, all’inizio preziosa, ora rischia di trasformarsi in una gabbia dorata.

De Gea Martinelli