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IL METRONOMO

La Grande Ipocrisia smascherata: il gruppo è sfaldato. Ma gennaio è ancora lontano

Sassuolo-Fiorentina Kean
Altro che unità e "bella atmosfera": tradito il patto con la Curva. La Fiorentina è nel caos e la società se ne sta accorgendo tardi, speriamo non troppo...
Simone Bargellini Vice direttore 

Per certi versi, mi stupisco di chi si stupisce. Mi stupivo nei giorni scorsi nel sentire una diffusa convinzione che a Sassuolo sarebbe arrivata la vittoria della svolta. In base a cosa? Al patto con la Curva? Purtroppo, come avevo scritto, i tifosi non possono fare gol e la vittoria non sarebbe piovuta dal cielo. Non sono felice di aver avuto ragione. Anche nel constatare che, come temevo, all'interno della Fiorentina non si fossero affatto calati nella triste realtà del momento. E' stata una settimana surreale: dai sorrisi e la spensieratezza di Kean al discorso di Ferrari alla cena di Natale. Tante belle parole, tante frasi fatte, l'unità, la bella atmosfera, il patto: tutto tremendamente distaccato dalla realtà. E il campo, come sempre, è stato inesorabile.

Un gruppo sfaldato

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I segnali di oggi sono, se possibile, ancora peggiori di quelli precedenti. C'è uno spogliatoio che appare più sfaldato che mai e lo si è capito già dall'episodio del rigore. Non solo per il brutto siparietto di Kean: guardate l'esultanza. Nessuno che va ad abbracciare Mandragora, qualcuno che torna direttamente a centrocampo, poi c'è un piccolo capannello in zona panchina, ma sono festeggiamenti freddi, non certo il trasporto di una squadra che è scesa in campo decisa a giocarsi (metaforicamente) la vita.

La grande finzione

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E poi, in contrapposizione con questo, ci sono i gesti inutilmente plateali, di Dodò che esulta per una rimessa laterale al minuto 10 (!), di Kean che aizza il curvino viola. Scene per i fotografi, costruite, come quelle parole vuote dei giorni scorsi. I gesti davvero importanti parlavano molto di più: giocatori che pensano a se stessi, una squadra che si squaglia dopo pochi minuti, zero grinta, zero voglia di provarci, personalità non ne parliamo nemmeno. Almeno Goretti nel post partita ha saputo dire le cose come stanno, il rischio è che però alcuni buoi siano già scappati. La Fiorentina ha un piede (abbondante) in Serie B. E poi, questi problemi che lui denuncia, la dirigenza avrebbe dovuto affrontarli già da tempo e se ancora non sono risolti (anzi, forse sono peggiorati) c'è una chiara responsabilità della società.

Tutti in B? Macchè...

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Da domani ripartirà il tormentone, anzi è già ripartito, sulla prossima partita da vincere assolutamente. Gli unici però che possono farlo sono i giocatori, insieme a Vanoli, e anche i più ottimisti faticheranno a tenere viva la fiammella della speranza. Ah, per inciso, chi invoca il ricatto ai giocatori: "Se retrocediamo, venite tutti in Serie B", si metta l'animo in pace perché non succederà. Non è più l'epoca di Cecchi Gori, tra stipendi e svalutazioni sarebbe un salasso insostenibile per chiunque ad oggi. Meglio provare a cambiare le cose già a gennaio, sperando di non arrivarci già spacciati.