Infine, c’è la variabile umana e di contesto: il Napoli di Conte, pur con molti interpreti rimasti della squadra di Spalletti, è una squadra che tende alla verticalità e all’intensità diversa rispetto a quel Napoli più orientato al giro palla. Pioli dovrà dunque bilanciare la tentazione di fare la partita con i centrocampisti (rischio di essere infilato in verticalizzazioni rapide) e la necessità di non concedere spazio dietro i terzini. Il risultato ideale sarebbe una Fiorentina che concede il possesso in zone non pericolose, pressa i registi e punge in ripartenza: la stessa ricetta che nel 2023 mandò in tilt il Napoli di Spalletti.
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