Diapositive da Fiorentina-Torino (Getty Images)
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FLORENCE, ITALY - JANUARY 4: Head coach Raffaelel Palladino manager of ACF Fiorentina gestures during the Serie A match between Fiorentina and Napoli at Stadio Artemio Franchi on January 4, 2025 in Florence, Italy. (Photo by Gabriele Maltinti/Getty Images)
Ci sono bicchieri mezzi pieni o completamente vuoti, c'è anche chi sa nuotare benissimo in mare aperto e chi invece rischia di affogare in un bicchier d'acqua. Si può girare un po' da che parte si vuole ma serve un esercizio dialettico assai ardito per guardare con ottimismo a questa Fiorentina. "Siamo sesti e davanti a squadre come Milan e Roma" dice Palladino. E' un dato di fatto (*settimi) ma non si può far finta di non vedere il trend. Sta lì il guaio. Risultati, gol fatti/subiti, ma anche prestazioni, collettive e dei singoli, da nessuna prospettiva sembrano esserci spiragli di positività.
Dopo la 15esima giornata la Fiorentina, allora come oggi con l'asterisco di una gara in meno, era terza a pari punti con Inter e Lazio (a -3 dal primo posto...). La Juve era staccata di 4 lunghezze, il Milan e il Bologna di 9, la Roma addirittura di 15.
Nelle ultime 6 giornate la Fiorentina ha perso terreno da tutte, ma parecchio terreno: 9 punti dal Bologna(ora a pari)e dalla Roma, 8 dalla Juventus, 7 dal (balbettante) Milan, 6 dalla Lazio, l'Inter... lasciamo perdere. Il bello del calcio è che, a volte, tutto può cambiare all'improvviso, quasi per magia (ne sappiamo qualcosa). Ma non si può continuare ad aggrapparsi a quello che è stato, a quelle 8 partite consecutive che di fatto stanno tenendo in piedi la stagione della Fiorentina. Perchè il tunnel della crisi sta diventando sempre più lungo e - con Lazio e Inter da affrontare nelle prossime tre giornate - il rischio è che tra 20 giorni non siano rimaste che poche gocce in quel bicchiere.
"Le parole sono importanti" diceva Nanni Moretti, ed è vero. Poi allo stesso tempo non si deve neanche dare troppo peso alle dichiarazioni ufficiali, anche perchè non è che le strigliate severe di Pradè, e pure di Ranieri e altri nelle scorse settimane, siano servite di più della difesa ostinatissima di Palladino. I problemi sono che la qualità delle prestazioni resta molto scadente e il clima dentro lo spogliatoio non sembra dei migliori (chi era ancora al Franchi durante la sgambata dei panchinari, avrà visto ad esempio il malumore di Pongracic, manifestato nei confronti di un collaboratore di Palladino). Finisce tutto nel calderone, poi però alla fine tutto dipende - come sempre - dai risultati. Nell'ultimo periodo non sono arrivati ed è su quelli che, nelle prossime settimane, Palladino sarà giudicato, e con lui la sua Fiorentina. Lì sì che non si potranno sbagliare le risposte.
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