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Fagioli quando ha smesso di crederci? Esempi Modric e Lobotka. Come tutto è cambiato

Matteo Torniai Redattore 

A Torino, Pioli lascia Fagioli in panchina, preferendogli la coppia Mandragora–Sohm. L’allenatore lo riproporrà titolare solo dopo la sosta, il 13 settembre contro il Napoli.

Quella partita segna però il punto più basso: Fagioli tocca appena 41 palloni, molto al di sotto dei suoi standard, fatica a dare linee di passaggio e viene sostituito al 65' da un Nicolussi Caviglia ancora in fase di rodaggio. La Fiorentina crolla e perde 1-3. La sua partita è gravemente insufficiente. "Portato a scuola da Lobotka, offre un'altra prestazione scadente, forse la peggiore in assoluto. Prima ancora degli errori commessi, colpisce la mancanza di personalità, il nascondersi ai compagni, esattamente l'opposto di quello che dovrebbe fare un regista".

Da lì in avanti, Fagioli scompare quasi del tutto dal campo: entra solo 28 minuti contro il Como, dove non riesce a cambiare l’inerzia del match (cosa di cui Pioli si lamenterà nel post), e resta in panchina nelle partite successive contro Pisa e Roma. Viene riproposto titolare soltanto in Conference League, contro il Sigma Olomouc, ma ancora senza lasciare segni tangibili a livello di posizione tattica, ma soprattutto di personalità.

Il temperamento e il carisma non sono mai state caratteristiche di punta del numero 44 viola, lo ha (implicitamente) ribadito anche Pioli. Certo è che, temperamento a parte, almeno dal punto di vista tecnico e delle giocate, ci si aspettava tanto di più da un giocatore come lui. La fase difensiva non è un suo punto di forza; per questo, da un giocatore dall'alto tasso tecnico, schierato in quella posizione, ci si deve aspettare che la palla: viaggi veloce e stia sempre incollata ai suoi piedi.

Esempio tangibile?Lobotka. A suo malgrado e della Fiorentina, Fagioli lo ha (solo) osservato da vicino nella sfida casalinga contro i partenopei.