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Biraghi non può più essere una risorsa per questa Fiorentina?

Biraghi non può più essere una risorsa per questa Fiorentina? - immagine 1
Biraghi, il cambio modulo vale anche per lui. Ecco come questa situazione può rilanciarlo nelle gerarchie
Matteo Torniai

Nella settimana in cui si è pronosticato e creato l'identikit, tra i vari De Gea e Dodo, il nuovo possibile capitano della Fiorentina, pare  lecito parlare di chi il ruolo di capitano sa sicuramente farlo, a tutti gli effetti.

Cristiano Biraghi è un tema importante di questo nuovo ciclo evolutivo della Fiorentina post primo tempo contro la Lazio. Perché sì, in quel giorno, immaginiamo in quello spogliatoio tra primo e secondo tempo, pare sia successo un qualcosa. Passaggio alla difesa a 4, esordio per Gudmundsson, rimonta contro una diretta concorrente per l'Europa, e prima vittoria stagionale. Insomma, vento di rivoluzione citando qualche libro di storia.


Quel Fiorentina-Lazio...

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Sì, perché Biraghi viene sostituito proprio alla fine di quel primo tempo. Un fallo commesso, un ammonizione, due contrasti vinti, zero cross riusciti (per lui una rarità), zero palloni intercettati, zero tackle e un coinvolgimento anonimo palla al piede (34 tocchi di palla totali, quanto De Gea in tutta la partita). La prestazione non è esaltante, anzi, ma il modulo utilizzato in quell'occasione, altrettanto meno. La Fiorentina approccia quella sfida con la difesa a 3. Di quel terzetto difensivo (Comuzzo, Quarta, Biraghi), al 45', sarà poi confermato solo Comuzzo, sintomo che probabilmente anche agli occhi di Palladino più di un qualcosa non ha funzionato come previsto.

Palladino ha confermato e riconfermato più volte quanto e come punti anche su questo tipo di soluzione tattica. Vuole una Fiorentina duttile e malleabile in campo, a tratti camaleontica in relazione alle caratteristiche dell'avversario. L'impresa è ardua e lo sappiamo, il triennio-Italiano non può essere dimenticato e lasciato da parte, la sua impronta c'è ancora in questa squadra, ma purtroppo per poter vedere una Fiorentina padroneggiare un assetto a 3, servirà tempo.

I "vuoti" della difesa a 3

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Difendere a 3 richiede un attenzione e una copertura del campo molto diversa. Importante è il lavoro dei quinti (Gosens e Dodo nel caso di Fiorentina-Lazio). La loro presenza in fase difensiva garantisce ai terzi di difesa(braccetti, parola che Palladino non predilige) solidità e sicurezza. Lasciare quel tipo di spazio vuoto (tra linea a 3 e linea laterale) da attaccare a una squadra come la Lazio, che gioca 4-2-3-1, quindi con esterni molto larghi, isola un giocatore come Biraghi ad un uno-contro-uno fisso. Il capitano viola non si è mai distinto per le sue abilità difensive; ha, oggettivamente, appreso molto negli anni. Ma lasciarlo in quel tipo di situazione, uno-contro-uno, lo porta ad essere, a tutti gli effetti, l'ultimo uomo della squadra; se saltato da lì si calcia. Ecco spiegati sintomi come stanchezza e lucidità perennemente calante.

Ritorno a 4

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Il ritorno alle sicurezze della difesa a 4 può essere però per lui una vera e nuova linfa. Il Biraghi che più abbiamo apprezzato è quel giocatore abile nella sovrapposizione (soprattutto nello smarcamento che crea un due-contro-uno a favore sulla fascia) e per la sua abilità su cross e palle da fermo. Resta, infatti negli anni, uno dei migliori difensori per contribuzione al gol in tutta Europa, cosa da non sottovalutare. Il problema di questa difesa a 4 pare essere l'utilizzo inappropriato di Gosens, rispetto al suo potenziale. Resta un giocatore di livello, con caratteristiche anch'esso uniche per quel tipo di ruolo (capacità di inserimento, tra le tante), ma che sceglie Firenze soprattutto per giocare come quinto di fascia nel campionato e nella Nazione che lui ha definito casa. 

Contro i TNS...

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Biraghi contro i The New Saints, gioca una buona e attenta partita da centrale (avversario molto modesto). Buon posizionamento, attenzione massima e anche una buona dose di contrasti vinti. Più tackle riuscit (3)i, più palloni intercettati (2), più tocchi di palla (157), più passaggi riusciti (128), più lanci riusciti (11), ma, in fase offensiva, anche più angoli presi (6). La cosa non può essere resa troppo banale; in qualche modo, Biraghi ha lanciato un segnale l'ha mandato.

Tra centrale della difesa a 4 e terzo difensore della difesa a 3, la perfetta media aritmetica può essere la sua posizione di terzino sinistro puro. Può giocare la palla, tornare a pestare la riga (gergo calcistico per i giocatori puramente di fascia), contribuire alla fase offensiva, col famoso raddoppio sul lavoro dell'esterno di parte, ma soprattutto non essere più ultimo uomo (se saltato arriva in aiuto il centrale e lui può prendere la sua posizione in mezzo). Il Tour de force è in arrivo, 7 partite in 21 giorni tra campionato e Conference. Ecco che Biraghi può tornare ad essere una vera soluzione per Palladino. Uomo Conference? Sì, ma perché no, può dire la sua anche già a Lecce. Gosens resta un punto di riferimento importante, ma Biraghi, nel giusto sistema e nelle giuste condizioni di campo, può ancora resuscitare (come molti suoi social ironizzano sul suo conto) e far vedere quel che vale.

(Statistiche prese da ForzaFootball)

 

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