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Il Betis, ultima opera dell’Ingegner Pellegrini: Isco, Antony e il “nuovo” Joaquin

Niccolò Meoni
Niccolò Meoni Redattore 

Manuel Pellegrini è un personaggio di lunghissimo corso nel calcio europeo e sudamericano. Un tecnico rispettato, e che ha innovato nel corso degli anni, ma sempre con un'idea chiara, quella di lasciare il talento libero e di giocare la palla, come raccontava ad AS: "Preferisco il 5-4 all'1-0, perché è quello che vogliono i tifosi e i tifosi sono la cosa più importante in questa partita. Ho anche dimostrato che chi ha la palla si stanca meno, e so, perché sono stato difensore centrale, che chi è in attacco può sbilanciarti, che è la tecnica a definire il gioco. E non accetto di segnare un gol e dire basta. Non tentare il secondo è irrispettoso".

La tattica

L'allenatore cileno schiera il suo Betis con un 4-2-3-1. I suoi principi sono saldi, difesa a 4, il doble pivote (doppio mediano) davanti alla difesa, 3 sottopunte e un'attaccante mobile. La chiave di Pellegrini è la libertà concessa ai suoi talenti. Non a caso durante durante la sua quasi quarantennale esperienza in panchina, ha fatto esprimere al massimo dei giocatori come Riquelme (definito dall'allenatore come uno dei migliori 5 nel ruolo), Santi Cazorla, Pepito Rossi (era al Franchi per il Pepito Day, se vi ricordate), Isco, Yaya Toure, Fekir, Joaquin e non solo. Giocatori diversi tra di loro, ma lasciati liberi da compiti tattici. Ed è proprio Isco la chiave di questo Betis: la stella dell'andaluso ha brillato per la prima volta proprio con Pellegrini al Malaga più di dieci anni fa. Poi si era perso negli ultimi anni al Real con Zidane, ed è tornato ai vecchi fasti ancora con l'ingegnere. Ormai è in aria di convocazione con la Nazionale, in campo può svariare, venirsi a prendere il pallone o essere incisivo in fase di rifinitura.

Il talentino, "nuovo" Joaquin

Gli esterni devono necessariamente tagliare dentro per lasciare la corsia libera ai terzini. Per questo la svolta è arrivata da gennaio in poi, grazie ad Antony a destra, e Jesus Rodriguez, quello che molti definiscono la reincarnazione di Joaquin, a sinistra. Il talento classe 2005 ricorda molto la bandiera betica e anche ex viola Joaquin, per la sua capacità di saltare l'uomo, spostare il pallone e condurre.In avanti l'alternanza è fra Hernandez e l'esperto Bakambu, più fisico. Il calcio di Pellegrini non è rapido e veloce, ma con delle pause dettate dai trequartisti, seppur sempre con del ritmo, un mix tra idee europee e calcio sudamericano. La difesa deve stare spesso alta, ma non è perfetta. Bartra e Natan sono aggressivi, ma non velocissimi, così come i terzini Sabaly a destra ed uno tra Ricardo Rodriguez (ex Torino e Milan) e Pierraud a sinistra. Infine c'è il dubbio portiere, con il ballottaggio tra il trentanovenne Adrian ed la riserva Vieites.