Semifinale ad un passo
—E poi per vedere belle partite servono due squadre di buon livello e questo lo sappiamo, siccome il Celje è apparso subito nettamente inferiore sul piano tecnico, la gara non è stata né avvincente, né emozionante, la Fiorentina non ha fatto granché, ma il tutto è bastato. Più o meno come sempre.
Fra un settimana, nel ritorno, con una buona concentrazione e una intensità normale, in casa, la pratica potrà essere risolta in scioltezza con l’orizzonte sul Betis Siviglia. E qui l’avversario, sesto in Liga, sarà di uno spessore diverso, ma ne parleremo.
Il risultato è la cosa migliore della serata unito a un approccio e una gestione più maturi della gara in linea con la crescita dell’ultimo mese e mezzo.
Palladino ha optato ancora un volta per il turn over massiccio con sei cambi rispetto a sabato con il Milan, una scelta non condivisibile, ma comprensibile. Alcune difficoltà nella manovra sono da addebitare a questo, senza esterni di ruolo e l’esperimento (fallito) Moreno al posto di Dodò è stato complicato attaccare sugli esterni, senza alzare il ritmo gli sloveni sono rimasti in partita, ma è bastata una papera del portiere del Celje al primo tiro in porta per far capire che aria tirava. Una buona aria.
Di negativo la gara incolore di Zaniolo, ma non è un centroavanti e questa è un’attenuante non da poco. Non ha fatto niente di speciale neppure Beltran, ma quando il ritmo è basso e il gioco poco fluido non si può chiedere di più. Tre ammonizioni con squalifica per giovedì prossimo (Zaniolo, Moreno e Dodò) potevano essere evitate.
Ecco cosa non mi è piaciuto
—In queste gare simili ad allenamenti succede anche che, come ieri sera, quando arrivano i cambi sul risultato di due a zero, si tenda a far spegnere completamente la partita.
Ecco questo non mi è piaciuto, il calo di concentrazione dell’ultima mezz’ora, il disunirsi, ha rischiato di rimettere in partita gli sloveni. E qui è entrato in ballo ancora una volta De Gea con un paratone finale, spiegatelo ai soliti bischeri, lo dico simpaticamente, che volevano ancora Terracciano.
Comunque serata buona per il risultato e il riposo di alcuni titolarissimi a cominciare da Kean. A questo punto della stagione serve un sano pragmatismo.
La vera Fiorentina servirà domenica con il Parma, l’obiettivo Champions è difficile, ma ancora vivo e possibile, alcuni scontri diretti possono avvantaggiare. C’è da sfatare un trend che ha condizionato tutta la stagione, vorrei vedere una viola finalmente grande anche con le piccole. Ora o mai più.
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