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foglie morte

Il pagellone viola di ottobre: da Pioli a Paloscia fino a Pradè

Il ViolAutore
Nuova rubrica che vi terrà compagnia ogni primo del mese: i nostri voti su campo e non solo

0 a Pioli e al clima intorno alla Fiorentina

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Arrivato a Firenze promettendo mari e monti (parole sue), l’allenatore si ritrova penultimo e a un passo dall’esonero dopo il peggior inizio stagionale nella storia viola. Non sembra entrato nella testa dei giocatori, mentre è uscito da quella dei tifosi che lo avevano accolto con bonus illimitati ma ora ne chiedono l’esonero. I veleni (anche di spogliatoio?) di sicuro però non lo aiutano, così come la mancanza in società di un uomo di calcio con cui potersi confrontare.

1 alle maglie di Roma, Milan e Bologna

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Saremo anche degli inguaribili nostalgici ma le casacche con cui i giallorossi, gli uomini di Allegri e i felsinei hanno affrontato la Fiorentina in questo mese, non hanno nulla a che fare con queste tre gloriose società. Meno male che non abbiamo ancora visto la maglia color Arno perché anche quella rimanda ben poco alla storia del club gigliato.

2 a Ilicic

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Ma che bisogno c’era? Ormai il suo periodo fiorentino si perde nella notte dei tempi e ribadire nella (bella) intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport che con la città lui ha chiuso, ha solo fatto tornare sui social le immagini del gol fallito nella finale di Coppa Italia con il Napoli ai tempi di Montella. Un consiglio: visto che ha ancora casa in città e che la moglie ogni tanto viene, ci torni anche Josip. Da turista, s’intende.

3 alla sceneggiata di Gimenez

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Quando ti gira tutto male, succede anche questo. Che gli arbitri (e il Var) premino una chiara simulazione come quella del messicano del Milan contro la Fiorentina. Al di là della (piccola) ingenuità di Parisi che lo tocca, il campionario successivo dell’attaccante rossonero contempla tutto quello che va contro il tanto strombazzato fair play in campo.

4 agli adesivi anti-Pradè e quelli contro i viola di Vienna

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La contestazione è sacrosanta, la testa del Ds con il corpo di un maiale disegnata su alcune etichette fuori dal Franchi, un gesto però poco elegante. Deprecabili anche gli adesivi visti dai tifosi in Austria che testimoniavano la rivalità tra il Rapid e l’Austria Vienna, viola come la Fiorentina.

5 al Dio del calcio

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Pioli si era appellato alle divinità pallonare prima dell’incrocio con il Milan che coincideva con il suo ritorno a San Siro alla vigilia del sessantesimo compleanno e nel giorno della sua panchina numero 500 in A. In effetti un regalo poteva starci, ma niente. Non è stato aiutato neppure dal cielo.

6 alla prima in Nazionale di Piccoli e Nicolussi Caviglia

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Strano che quando le cose vanno male chiamino i tuoi giocatori in Nazionale, ma agli ex di Cagliari e Venezia è accaduto. L’attaccante ha anche esordito (proprio al posto di Kean che si era appena infortunato), mentre il centrocampista si è limitato a respirare l’aria di Coverciano: Gattuso ha comunque un debole per lui e l’azzurro potrebbe diventare presto il suo secondo colore.

7 a Fortini

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Come i più reclamizzati Viti e Fazzini è anche lui toscano e si sta ritagliando un ruolo importante. Certo, il rendimento non entusiasmante delle icone Dodo e Gosens ha aiutato il suo minutaggio così come la regressione di Parisi, però pare destinato a giocare molto più di quanto si pensava. E la gente soprattutto apprezza la sua umiltà unita a una grande abnegazione che gli ha fatto conquistare anche l’Under 21, sebbene l’esordio – con annessa espulsione - sia stato da dimenticare.

8 alle parate di De Gea a San Siro

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Dal punto di vista tecnico, difficile aggrapparsi a qualcosa in un simile marasma. Ma una certezza rimane. Lo spagnolo è tuttora uno dei migliori portieri del campionato. Magari il rendimento non è stellare come nella scorsa stagione però regala anche prodezze come quelle che hanno probabilmente evitato alla Fiorentina una disfatta storica sul campo dell’Inter.

9 allo striscione sulla Fiesole non pronta

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Zitti e buoni ci sono le elezioni… e lo stadio resta in queste condizioni”. Il vessillo pre-regionali della tifoseria organizzata purtroppo ha anticipato di qualche giorno la notizia che la curva non sarà pronta nell’anno del centenario che tanta amarezza biparistan ha suscitato. Da apprezzare almeno la consueta ironia dei sostenitori viola: “Per la sosta delle Nazionali veniamo tutti a fare da manovali...

10 alla carriera di Raffaello Paloscia

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Tra le tante, la peggior notizia di questo bruttissimo mese di ottobre in chiave Fiorentina è stata forse la scomparsa di Raffaello Paloscia. Aveva 97 anni, una sessantina passati a raccontare le cose viola, tra cui i due scudetti. Era molto conosciuto e amatissimo dai tifosi: ne percepivano la bontà d'animo che effettivamente lo contraddistingueva. Chapeau per quello che ha fatto nel mondo del giornalismo.