L'edizione odierna de La Gazzetta dello Sportpone l'accento sul tour de force che attende la Fiorentina nei prossimi 20 giorni. Dalla Cremonese fino alla Juventus (nel messo anche il Napoli), dal 13 agosto, debutto della Viola in campionato, al 3 settembre, quinta di Serie A che precede la prima sosta contro l’agguerrita corazzata di Allegri, la Viola dovrà giocare ben 7 partite. Una ogni tre giorni, due gare in più delle colleghe big, perché la Fiorentina sarà la prima a scendere in campo in Europa per i play off di Conference League. Roba da Premier League. Magari una partenza più soft sarebbe stata apprezzata da tecnico, società e giocatori, dato che la Fiorentina è cambiata un po' e nei punti nevralgici, ma partire bene sarà fondamentale. Il club ha speso parecchio per fare strada anche in Europa e ermarsi ai play off, dove la viola potrebbe incontrare il temibile Twente o, speriamo, i più morbidi serbi del Cukaricki, sarebbe un disastro.
La Gazzetta dello Sport
Tour de force viola, 7 gare in 20 giorni: la Fiorentina cerca lo sprint perfetto
LEGGI ANCHE
Ci vuole uno sprint Alla prima amichevole seria, quella con il Galatasaray, la Fiorentina è uscita sconfitta mostrando qualche problemino da risolvere. Non tanto nella condizione (la squadra è andata meglio nel secondo tempo), quanto nei meccanismi di gioco e nelle lacune difensive. Vero, Italiano è partito con tanti rincalzi, lasciando i nuovi in panchina per entrare nell’ultima mezzora. La scelta di Italiano è chiara: sta facendo giocare tutti perché sa che avrà bisogno di parecchio turnover in questo tour de force. Ma serve un’accelerata, per qualche giocatore ma soprattutto per Jovic (ancora in ritardo), Dodò (appena arrivato) e Mandragora (da inserire negli schemi). Oggi c’è il test col Qatar, vedremo se la Viola cresce. Energia Il tour de force preoccupa anche perché il gioco di Italiano, si sa, è molto dispendioso: pressing, velocità, corsa sono tra le sue prerogative. Ci vorrà un pieno di energia da parte dei giocatori.
© RIPRODUZIONE RISERVATA