La spietata analisi di Daniele Pradè (LEGGI) - scrive La Gazzetta dello Sport - racconta la disastrosa domenica del ritorno sulla panchina viola di Cesare Prandelli. La Fiorentina non ha alibi per una sconfitta che l’allontana dalla zona sinistra della classifica (quella che pretende Rocco Commisso) e l’avvicina pericolosamente alla zona retrocessione. Contro il Benevento la squadra viola ha indirizzato due soli palloni nello specchio della porta difesa da Montipò. E in totale le conclusioni sono state soltanto cinque. Un dato imbarazzante. Da 309’ la Fiorentina non segna a conferma che i limiti offensivi che sono stati alla base del licenziamento di Iachini continuano a essere un problema senza soluzione. E’ un ritorno a casa triste, invece, quello di Cesare Prandelli che tornava sulla sua panchina viola 3843 giorni dopo. Nessuno poteva aspettarsi miracoli da un tecnico che lavora da una manciata di giorni e solo da poche ore con il gruppo al completo.
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Flop Fiorentina, bocciate le idee di Prandelli. Ribery stecca e poi esce per infortunio
La Fiorentina è depressa e non segna da 309 minuti. In totale le conclusioni dei viola sono state soltanto cinque, un dato imbarazzante
In più stavolta è venuto meno l’effetto Ribery. Che non era la giornata giusta per il campione francese si è capito al terzo dribbling sbagliato. Roba strana per uno come FR7. Franck è stato addirittura costretto a chiedere il cambio alla fine del primo tempo. La diagnosi a caldo parla di risentimento muscolare. Non dovrebbe trattarsi di niente di particolarmente grave. Senza Ribery e con il solito impalpabile Vlahovic la Fiorentina diventa troppo facile da leggere e da bloccare. In più le prime scelte di Prandelli non convincono. Amrabat piazzato davanti alla difesa perde il cinquanta per cento del suo impatto; Castrovilli non ha la partenza fulminante del trequartista ma ha bisogno di arrivare da dietro; Kouame esterno d’attacco non è mai entrato in partita. In questo momento la Fiorentina deve prima di tutto trovare equilibrio. E un’identità, umana e tattica, che contro il Benevento non si è mai vista. Faceva tenerezza vedere Cesare accompagnare a parole e con gli sguardi gli ultimi attacchi di una squadra vuota nella testa prima ancora che nelle gambe. Ora la Fiorentina non ha più alibi o vie di fuga. O arrivano subito i risultati o sarà una stagione tutta in salita.
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