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La ricorrenza

L’Associazione Glorie Viola ricorda il 16 maggio 1982: “Comunque campioni”

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Oggi, 40 anni fa, la Fiorentina perdeva all'ultima giornata la possibilità di giocarsi lo spareggio-scudetto. Il ricordo dell'AGV

Redazione VN

In attesa dell'evento di oggi per ricordare il mancato spareggio-scudetto del 1982, l'Associazione Glorie Viola ha voluto ricordare la ricorrenza con un pezzo firmato dal vice presidente Roberto Romoli che troviamo su Facebook:

Il 16 maggio 1982, esattamente quaranta anni fa, era in programma l’ultima giornata del Campionato 1981-1982.

Era in palio lo scudetto, e se lo giocavano la Fiorentina e la Juventus, entrambe appaiate, in testa alla classifica, a quarantaquattro punti.

Era stato - quello fra Fiorentina e Juventus - un “testa a testa” che aveva caratterizzato tutto il girone di ritorno. Nella parte finale la Juventus aveva cercato di allungare il passo, ma la Viola era sempre stata in grado di recuperare, come nella penultima giornata di Campionato, allorquando la Fiorentina superò in scioltezza l’Udinese per 3-0, mentre la Juventus venne inchiodata in casa sullo 0 - 0 dal Napoli grazie alle prodezze del portiere partenopeo Luciano Castellini, detto “Giaguaro”, vecchio cuore granata che si esaltò contro la rivale di sempre.

Si giunse così all’ultima giornata, con il calendario che riservava alla squadra viola la trasferta di Cagliari ed alla Juventus quella di Catanzaro. Trasferte che erano però ben diverse. Infatti il Cagliari era pienamente invischiato nella lotta per non retrocedere, ed aveva assolutamente bisogno di un punto per raggiungere la salvezza; il Catanzaro, invece, era assolutamente tranquillo, forte del settimo posto in classifica raggiunto grazie ad un ottimo Campionato condotto sotto la guida dell'allenatore Bruno Pace.

Era dunque sicuramente la Viola quella che correva i rischi maggiori.

La Fiorentina - diciamolo subito - non disputò una grande partita, tutt’altro; sbagliò decisamente atteggiamento mentale, mostrandosi attendista, quasi timorosa, e dando l’impressione di essere più interessata a ricevere notizie (possibilmente positive) da Catanzaro che a prendere in mano la gara e portare a casa la vittoria. Tutto vero. Ma la Viola, in ogni caso, il gol era riuscita a realizzarlo con Ciccio Graziani; gol che venne annullato inspiegabilmente - e lo diciamo ancora a distanza di quaranta anni - dall’arbitro Mattei. A Cagliari, dunque, l'incontro terminò con il risultato di 0-0.

La Juventus, invece, vinse per 1-0 con un gol di Brady su calcio di rigore realizzato a quindici minuti dal termine della partita. Rigore sacrosanto, sia ben chiaro. Lo scandalo non fu il rigore assegnato alla squadra bianconera (ripetesi, sacrosanto), ma un clamoroso rigore non assegnato al Catanzaro dall’arbitro Pieri nel primo tempo, sul risultato di 0 - 0, per un evidentissimo fallo commesso nell’area juventina dal difensore bianconero Brio sul centravanti calabrese Borghi.

Due episodi che, se correttamente valutati, avrebbero potuto cambiare la storia di quel Campionato, e che avrebbero potuto portare lo scudetto a Firenze, o quanto meno far sì che Fiorentina e Juventus si fronteggiassero nello spareggio per l’assegnazione del titolo.

Spareggio che tuttavia, come emerse successivamente, non era gradito al “Palazzo”, anche in considerazione dell’imminente svolgimento del Campionato Mondiale in Spagna; e non è difficile immaginare quelle che potevano essere le preferenze del Palazzo in merito alla squadra aggiudicataria dello scudetto.

Restano indelebili - in chi li ha vissuti - i ricordi di quella triste giornata, fra i quali vorrei sottolinearne due, collaterali ma non marginali.

L’atteggiamento del Catanzaro e dei suoi tifosi. Una squadra di gladiatori che, pur senza alcun interesse di classifica, si giocò alla morte la gara contro la Juventus, incitata da un pubblico meraviglioso che onorò al cento per cento l’amicizia con la tifoseria viola; amicizia che divenne poi un inossidabile gemellaggio tuttora esistente.

L’atteggiamento dei tifosi cagliaritani, del tutto legittimo nella gioia per la conseguita salvezza della loro squadra, ma odiosissimo (e questo è un eufemismo) nello sbeffeggiare i tifosi gigliati e nell’inneggiare ai colori bianconeri.

Atteggiamenti diversi, nel bene e nel male, difficilmente dimenticabili

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