Non capita tutti i giorni di passeggiare sulla Roma all’Olimpico. La Fiorentina ci riuscì 25 anni fa. Domenica 23 febbraio 1992, quinta giornata del girone di ritorno. I viola di Luigi Radice, tredicesimi in classifica a 19 punti, erano reduci dallo 0-0 interno contro il Milan. I giallorossi del contestatissimo Carlos Bianchi, undicesimi a 22 lunghezze, avevano pareggiato per 1-1 a Marassi contro il Genoa.
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VIOLA VINTAGE – Roma città aperta. A Batistuta
Il 23 febbraio 1992 la Fiorentina di Radice passeggiò sulla Roma di Bianchi per 3-1. Decise la doppietta di Batistuta e la rete di Dunga. A fine partita sedili bruciati, cori della Curva Sud contro la squadra, l’allenatore e il presidente...
La Fiorentina scese in campo con: Mareggini, Malusci, Carobbi, Dunga, Faccenda, Pioli, Salvatori, Maiellaro, Batistuta, Orlando, Iachini. La Roma rispose con: Cervone, De Marchi, Carboni, Bonacina, Aldair, Nela, Haessler, Di Mauro, Voeller, Giannini, Rizzitelli. Arbitro: il signor Mughetti.
Gli ospiti passarono in vantaggio al 30’ del primo tempo: discesa di Pioli, passaggio filtrante per lo smarcato Batistuta, piatto mancino a tu per tu con Cervone e palla in rete. Nella ripresa i viola sfiorarono il raddoppio con una punizione di Dunga alta di poco. Il 2-0 arrivò al 70’: verticalizzazione di Dell’Oglio (entrato al 65’ al posto di Maiellaro) per Batistuta, il futuro Re Leone resistette ad un contrasto spalla-spalla e batté il portiere giallorosso da dentro l’area piccola. Undicesimo gol per l’argentino. Dopo aver rischiato di subire il 3-0 da parte del giovane Malusci, la Roma accorciò le distanze al 79’ con un colpo di testa di Voeller su cross di “Pluto” Aldair. La Fiorentina, con un uomo in più dal 65’ per via dell’espulsione di Cervone, chiuse i conti all’89’: tiro a giro di Batistuta, palla sul palo e tap-in vincente di Dunga. L’arbitro avrebbe dovuto, però, convalidare la rete di Branca, segnata pochi secondi prima di quella del centrocampista brasiliano. Come si può vedere dal video qui sotto, infatti, la conclusione ravvicinata dell’attaccante grossetano oltrepassò completamente la linea di porta.
“Fiammate di Batistuta e dei tifosi” e “Roma città aperta. A Batistuta”, titolarono rispettivamente La Stampa e il Corriere della Sera lunedì 24 febbraio 1992. Con sommari: “L’argentino segna due reti e offre il passaggio-gol a Dunga, rendendo inutile una prodezza di Voeller. Poi si scatenano i teppisti: cori anti Ciarrapico, sedili bruciati e sassaiola al pullman di Bianchi & C.” e Rivolta: striscioni cori e fischi contro l’odiato Bianchi e i giocatori”. “Ciarrapico bibitaro e boia” fu uno dei cori che la Curva Sud rivolse a fine partita nei confronti del presidente giallorosso.
“Nel primo tempo siamo stati un po’ guardinghi, poi siamo riusciti a passare. Abbiamo sofferto sul 2-1, ma abbiamo finito in bellezza anche se con un po’ di timore perché la Roma non si è mai data per vinta”, commentò Radice nel post partita. “Un premio di 50 milioni a Batistuta per aver superato dieci gol? Non esiste, è stata una frescaccia inventata dalla stampa e forse anche dal suo procuratore”, disse il presidente Mario Cecchi Gori.
Nonostante quella vittoria convincente, la Fiorentina si classificò solo dodicesima a 32 punti al termine del campionato 1991-92. Il miglior bomber gigliato fu, manco a dirlo, Batistuta con 13 marcature, dietro a Van Basten del Milan (25), Baggio della Juventus (18), Baiano del Foggia (16) e Careca del Napoli (15).
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