La fiducia della Fiorentina nei confronti di Stefano Pioli resta intatta. I mugugni seguiti alla terza sconfitta in campionato, dove la Viola non ha mai vinto collezionando appena tre punti (pareggiando in trasferta con Cagliari, Torino e Pisa) e l'avvicinarsi di un trittico terribile con le trasferte contro Milan e Inter, con in mezzo lo sbarco al Franchi dell'«avvelenatissimo» ex Vincenzo Italiano, hanno frenato l'entusiasmo dell'ambiente fiorentino nei confronti dell'allenatore parmigiano. Che, folgorato dal ritorno a Firenze e nell'amata Italia, ha lasciato in tutta fretta il paradiso dorato dell'Arabia e firmato un triennale da tre milioni a stagione con il club di Rocco Commisso, sesto alla fine della scorsa stagione quando ha riguadagnato la Conference, da dove era uscito in semifinale.

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Gazzetta su Pioli: “Fiducia intatta, ma non ha alzato il livello della Fiorentina”
«Mi hanno chiamato per alzare il livello e noi abbiamo degli obiettivi ambiziosi», il mantra di Pioli. Ma il livello non si è alzato e la situazione si è fatta davvero delicata. Sotto la Fiorentina, a quota 3 col Verona, ci sono, con 2 punti, solo Genoa e Pisa. Pioli non riesce a trovare la ricetta giusta per invertire la rotta. Ha cambiato vari sistemi di gioco, consegnandosi poi al 3-5-2 come base con la variante del 3-4-2-1 con due trequarti a supporto di Kean.
Mai, nell'era dei tre punti, la squadra era partita così male. E il mercato da 92 milioni ha portato in dote buoni calciatori, valide alternative e ha registrato le conferme dei big come Kean, De Gea, Gosens. Ma anche di ottimi calciatori come Dodò, Pongracic, Mandragora, Ranieri, Gudmundsson, Fagioli. Lo scrive la Gazzetta dello Sport.
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