E ora tocca a lui. Senza appellarsi al «Quando il gioco si fa duro» o senza ricorrere al soprannome Re Leone che a Firenze è copyright di Gabriel Batistuta, basta pronunciare nome e cognome: Moise Kean.

Gazzetta dello Sport
Gazzetta su Palladino: “Ha dei meriti. Altrimenti Kean non avrebbe segnato 19 gol”
La squadra di Stefano Pioli che questo pomeriggio, dopo la solita rifinitura mattutina al Viola Park, si mette in viaggio da Firenze per raggiungere Presov in Slovacchia per l'andata del playoff di Conference di domani sera contro il Polissya,confida soprattutto nel suo bomber che ha scelto di restare nella città che lo accolto come un figlio, lo ha coccolato e fatto calcisticamente rinascere. Kean, col numero 20 sulle spalle, si è preso la Fiorentina a suon di gol.
L'ha trascinata alla semifinale di Conference e al sesto posto in campionato, sostenuto, capito e pungolato dal tecnico della passata stagione Raffaele Palladino.Che ha lasciato il club con un contratto di due anni, ma ha dei meriti. Altrimenti Moise non avrebbe segnato 19 gol in campionato, uno in coppa Italia e 5 in Conference. Lo scrive la Gazzetta dello Sport.
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