La Fiorentina sta attraversando un momento complicato in attacco: tre centravanti e nessun gol in campionato. Kean, Piccoli e Dzeko non sono ancora riusciti a segnare, rispettivamente dopo 450, 215 e 74 minuti giocati. Una situazione che non spiega da sola la crisi viola, ma che sicuramente incide sui risultati. Tra tutti spicca Moise Kean, che nonostante il grande impiego non è ancora riuscito a ritrovare la via del gol, elemento chiave per rilanciare se stesso e la squadra.

Corriere dello Sport
CorSport: “Dentro la crisi di Kean. A Moise adesso interessa solo una cosa”
Rispetto a un anno fa, il confronto è impietoso: dodici mesi fa Kean aveva già segnato due reti in Serie A e cinque complessive contando la Conference League. Anche allora attraversò un piccolo periodo di digiuno, interrotto con una doppietta proprio contro la Roma. Oggi la situazione si ripete: il giocatore crea molto, tira spesso (17 conclusioni totali, oltre cinque a partita), ma la precisione lo tradisce, con 14 tiri finiti fuori. È un problema più di mira che di gioco, perché le occasioni arrivano, ma manca la freddezza sotto porta per trasformarle in gol.
Il discorso coinvolge anche Piccoli e Dzeko, arrivati per dare alternative e profondità al reparto offensivo. Piccoli ha trovato il gol solo in Conference League, contro il Sigma Olomouc, e quella rete gli è valsa la prima convocazione in Nazionale. Dzeko, dal canto suo, ha già segnato nel preliminare europeo contro il Polissya, ma in Serie A anche lui è ancora a secco. Pioli attende che il tridente ritrovi concretezza e che Kean, in particolare, si sblocchi: il suo ritorno al gol sarebbe la scintilla capace di riaccendere tutta la Fiorentina.
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