Domenica sarà il momento del ritrovo tra Alberto Gilardino e Albert Gudmundsson: il primo, oggi allenatore del Pisa tornato in Serie A dopo tanti anni, il secondo, numero 10 della Fiorentina ancora alla ricerca della forma migliore. Mentor e pupillo, legati da un passato comune ricco di emozioni e sliding doors, si incroceranno di nuovo, anche se il tempo dei rimpianti lascerà presto spazio alla concretezza di una partita che nessuno può permettersi di sbagliare. Pioli, in particolare, spera di poter contare finalmente su un Gudmundsson decisivo come quello visto a Genova sotto la guida di Gilardino.

Corriere Fiorentino
CorFio: “Pioli come Gilardino. Questo il piano per far esplodere Gudmundsson”
I numeri raccontano bene il legame tecnico tra i due: 60 partite, 26 gol e 9 assist, con un rendimento mai replicato con altri allenatori. Gilardino lo aveva reso un giocatore totale, libero di muoversi senza schemi rigidi e di incidere in ogni zona del campo. Oggi Pioli gli chiede di unire rifinitura e inserimento, ma soprattutto di aggredire la profondità accanto a Kean. Tuttavia, come un anno fa, l’inizio di stagione è stato complicato per l’islandese: preparazione condizionata da allenamenti personalizzati, un breve lampo contro il Polissya e poi l’infortunio alla caviglia in Nazionale che lo ha frenato, costringendolo a saltare Napoli e Como.
Adesso però Gudmundsson sembra pronto al rientro, con Pioli intenzionato a rilanciarlo nel 3-5-1-1, modulo che ricorda quello in cui l’islandese brillò a Marassi. L’obiettivo è trovare intesa con Kean e dare nuova linfa a una Fiorentina ancora in cerca di identità. Per riuscirci serviranno schemi, ma anche condizione fisica, connessione e interpretazione. Intanto, per ricompattare il gruppo, Pioli ha portato tutta la squadra a cena a Fiesole,un gesto simbolico per voltare pagina dopo un avvio di stagione difficile e ricominciare con spirito rinnovato. Lo scrive il Corriere Fiorentino.
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