Sul proprio profilo Facebook, il giornalista ed ex dirigente viola Massimo Sandrelli ha voluto dire la sua sulle parole relative alle dichiarazioni di Rocco Commisso sul Viola Park, etichettato come "Il più grande investimento a Firenze dai tempi dei Medici".
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Sandrelli: “Commisso-Medici? Si serva di una corte adeguata alle sue ambizioni”
Uno dei decani del giornalismo sportivo fiorentino punge Rocco Commisso
Sarà il più grande investimento privato dall’epoca dei Medici…” Così il patron della Fiorentina Rocco Commisso ha voluto presentare il prossimo Viola Park. Ora accostarsi alla più importante famiglia fiorentina della storia, ci sia consentito, risulta una tantinello sproporzionato. La famiglia dei “palleschi” ha governato Firenze, direttamente o dalle retrovie, per più di trecento anni. La loro eredità ha fatto di Firenze il più grande museo a cielo aperto del mondo. È altrettanto pretenzioso valutarne il valore in termine di euro. Aldilà di tutto, il vero merito di quella famiglia è di essersi contornata dai migliori talenti conosciuti in quel tempo, che hanno prodotto opere di imperituro valore. Alla corte dei Medici si sono accasati da Leonardo a Michelangelo, per passare Marsilio Ficino fino a Pico della Mirandola, quindi, per favore…Forse uno dei problemi che sta incontrando Rocco Commisso sta proprio nel non potersi valere di una “corte” adeguata alle sue ambizioni. Ma torniamo a parlare di calcio. Il problema della Fiorentina, che pure nella più povera delle coppe europee coglie soddisfazioni, sta nel fatto che nel campionato accusa difficoltà. Daniele Pradè e Vincenzo Italiano continuano a ripetere che la squadra merita di più. Il calcio non è il pugilato dove si può vincere ai punti, nel campionato vale la crudele sintesi del risultato. Se fai un gol in più vinci, altrimenti no. Questo vale in tutto il mondo conosciuto. Qualche volta può essere per sfortuna, qualche volta per colpe arbitrali ma quando il bilancio è sei vittorie, sette pareggi e dieci sconfitte, con ventiquattro gol fatti e trenta subiti, si deve supporre che si sono commessi degli errori. Qualcuno dice che è colpa dell’allenatore che non ha idee chiare, qualcun altro parla di acquisti sbagliati, ognuno è libero di fare le proprie valutazioni ma un fatto è certo, con un monte ingaggi che è tra i primi dieci non si può essere al quattordicesimo posto in classifica. Dicono, ma la Fiorentina oltre ad essere ancora in Conference è anche in semifinale di coppa Italia, bene ma si sa che il campionato è il calcio che conta. Rocco Commisso tuona contro i giornali e i giornalisti, poi anche contro certa parte della tifoseria ma forse sarebbe anche più credibile se ammettesse qualche errore. Sul piano delle relazioni, poi, si assiste di frequente a delle cadute di stile. In un delle sue ultime esternazioni pubbliche Joe Barone ha etichettato la Gazzetta dello Sport come un “piccolo foglio rosa” ma il meglio lo ha dato domenica dopo la partita quando ha affrontato a tu per tu un tifoso che contestava. Gli ha detto, con la mandibola dura stile ventennio: e tu chi sei? Nel calcio si governa una società per conto della proprietà ma nel nome di una passione popolare. I tifosi, più che clienti, sono “soci azionisti di quella passione”. Non ha importanza chi e come, i tifosi hanno il diritto di parola come quello di critica. Coloro che operano nel calcio lo sanno e devono operare sapendo che il loro lavoro è sempre esposto alle valutazioni degli altri. E lui che ebbe a dirmi che il calcio è uguale in tutto il mondo lo dovrebbe sapere. Alle critiche si risponde con i risultati del proprio impegno. Le diatribe in piazza sono roba da bar. Bene il Viola Park ma la gente va allo stadio…
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