Federico Bernardeschi, fresco di convocazione con la Nazionale di Conte per Euro 2016, ha preso la parola in sala stampa a Coverciano dal ritiro azzurro. Ecco le sue parole:
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Bernardeschi: “Sto vivendo un sogno. Ruolo? Vorrei fare il trequartista. Felice per Corvino”
Federico Bernardeschi, fresco di convocazione con la Nazionale di Conte per Euro 2016, ha preso la parola in sala stampa a Coverciano dal ritiro azzurro
"Cerco di fare il meglio, in partita come in allenamento poi gli schemi li decide il mister. Ruolo? So giocare a destra in attacco ma un giorno spero di giocare da trequartista. Tecnicamente amo tenere il pallone ma credo anche di avere corsa.
Io carrarino anarchico? Lasciamo fare la politica ma credo di avere il tipico carattere del carrarino.
Paura di non essere convocato? Sì, essendo giovane ci stava di poter rimanere fuori. Ha avuto paura De Rossi, figuriamoci se non dovevo averla io (ride ndr). Ho sempre cercato di dare il 100%, alla fine è arrivata questa chiamata importantissima.
Tatuaggi? Non c'ho pensato ad uno per l'europeo, ne ho già tanti. Questo Europeo è un punto di partenza, ho fatto una bella annata e sto coronando un sogno. Ogni giocatore da bambino sogna di raggiungere la Nazionale A, far parte di questa spedizione è un orgoglio.
Non mi accontento di essere qui, dobbiamo sognare tutti. La squadra deve lavorare per raggiungere gli obiettivi. E' chiaro che mi piacerebbe vincere, sono sicuro che daremo il massimo per vincere il trofeo.
Io una sorpresa? Sì, credo di esserlo. Lavoro per quello che deve venire. Idoli? Shevchenko era un grande fenomeno. Modello? Prendo spunto da tutti i campioni che vedo giocare e coi quali ho la fortuna di allenarmi.
Le parole di mio padre? E' vero, è sempre stato molto critico con me e mi ha aiutato a crescere: anche io sono duro con me stesso, sia in allenamento che in partita.
Il rapporto con la Nazionale? Ricordo il Mondiale del 2006, eravamo tutti radunati in piazza davanti al maxischermo. Tifavamo la Nazione, non solo per la Nazionale: sostenevamo tutti i nostri campioni. Fu una grande emozione quella vittoria.
La maglia numero 10? Condivido il fatto che la indossi Thiago Motta, la merita per tutto quello che ha fatto nella sua carriera.
Il ritorno di Corvino? Ci siamo sentiti, staremo sempre in contatto. Sono felice che sia tornato.
Ruoli intercambiabili? Nel calcio moderno un giocatore deve adattarsi alla squadra e non il contrario. Tutti i giocatori vogliono saper fare più ruoli anche se ognuno si deve definire in un ruolo ben preciso.
Buffon? Ho un bellissimo rapporto, lo ringrazierò sempre per i consigli e per i suoi aiuti. E' un modello da seguire e da osservare.
Io il più giovane violazzurro di sempre? I giovani non devono mai perdersi perché ritrovare la strada giusta è difficile. Bisogna sempre rimanere concentrati e dare il massimo.
Cosa chiede Conte? Chiede di puntare l'uomo e di creare superiorità numerica ma vuole anche anche che restiamo tutti uniti quando non abbiamo palla.
Il punto di forza del gruppo? Credo che ci sia tanta qualità nei singoli e nel complesso. Sono presenti tanti giovani come me, dobbiamo amalgamarci bene.
L'amichevole contro la Germania persa? Ho ripensato molto alla partita, l'ho analizzato da solo ma anche col mister e coi compagni. Credo che ci sia mancato qualcosa per fare male agli avversari: è andata male nel risultato ma non nel gioco. In campo si colgono delle sfumature che da fuori a volte non si percepiscono".
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