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Nodo centravanti: e se la grinta di un cagnaccio come Iachini fosse la soluzione?

Il cambio di allenatore, in prossimità della sosta natalizia, dà adito a riflessioni sulla discontinuità che la nuova gestione Iachini può portare con sé, complici la finestra di mercato imminente e le difficoltà di un intero reparto

Paolo Poggianti

La Fiorentina e il centravanti: un connubio che negli ultimi anni raramente è stato foriero di soddisfazioni per i tifosi viola. L'anno scorso sul banco degli imputati finì il cholitoSimeone, reo, secondo i tifosi viola, di un rendimento desolante sotto porta. Anche questa stagione, purtroppo, con le difficoltà incontrate fin qui dall'attacco gigliato, non sembra invertire questa tendenza. Un attacco spuntato che costituisce certamente il vero e proprio tallone d'Achille di una squadra in piena crisi di risultati. Nonostante gli evidenti progressi mostrati da Dusan Vlahovic nelle ultime uscite, infatti, i migliori "bomber", restano sempre alla misera quota di 3 goal in classifica marcatori.  Questo il numero di segnature per lo stesso VlahovicMilenkovic, Pulgar (tutte su rigore peraltro ndr.) e la rivelazione Castrovilli.

Ad esclusione del classe 2000, non è certamente da loro che ci si aspettava un contributo importante in grado di trascinare la squadra viola. Una sterilità offensiva che, senz'altro, ha colto di sorpresa anche gli uomini mercato, Pradè in testa. Quelli che sono mancati all'appello finora, infatti, sono i goal degli attaccanti. Dei tre che figurano in rosa, fatto salvo Vlahovic, ben due, Boateng e Pedro, sono scelte compiute dal dirigente romano e dalla sua squadra mercato. Il ghanese fin qui ha realizzato una sola rete, perdipiù alla prima di campionato col Napoli. Dimostrandosi, ben presto, troppo offensivo per rivestire il ruolo di interno a centrocampo e poco incisivo nel ruolo di "falso nueve", disegnato per lui da Montella. Di Pedro e della cifra spesa per prelevarlo dal Fluminense (LEGGI QUI) si è già scritto abbondantemente; basta riportarne lo score impietoso (0 reti in soli 59' giocati) per decretare il fallimento, seppur momentaneo, dell'investimento fatto per lui in estate. Con tutta probabilità partirà a gennaio per trovare maggior spazio (MOLTE LE PRETENDENTI...)

E se un tecnico come Vincenzo Montella, con alle spalle un bagaglio di oltre 140 reti segnate in serie A, non è riuscito a risollevarne le sorti; riuscirà nell'impresa un ex mediano tutto grinta e corsa, come Beppe Iachini?

I suoi numeri e le ultime esperienze alla guida di squadre della massima serie ci suggeriscono un cauto ottimismo. Partiamo dall'avventura più recente dell'ex "cagnaccio" viola; quella vissuta lo scorso anno sulla panchina dell'Empoli. Con la squadra toscana il tecnico ha sempre schierato un 3-5-2, nel quale, al fianco dell'inamovibile Ciccio Caputo, alternava La Gumina e Farias; due partner offensivi diversi, in grado di supportare al meglio il bomber campano, vero finalizzatore delle azioni offensive azzurre. Questo l'interessante bilancio di Caputo, con mister Iachini: delle 16 reti totali, Ciccio ne ha realizzate ben 7 (e 3 assist) nelle 16 partite in cui il tecnico si è seduto sulla panchina dei toscani. A fronte delle 9 segnate sotto la gestione Andreazzoli, in 22 match di Serie A.

Torniamo indietro di un anno e analizziamo l'esperienza del tecnico ascolano sulla panchina del Sassuolo. Si tratta della stagione 2017/2018, quando subentrò al posto dell'esonerato Bucchi alla 13^ giornata. Nelle 26 partite trascorse sulla panchina degli emiliani il miglior realizzatore della squadra si è dimostrato essere uno dei due centravanti atipici, insieme a Berardi, schierati nel suo 3-5.2: Matteo Politano. Già, proprio quel Politano accostato ancora con forza alla società viola, dopo essere stato rincorso lungamente durante la sessione estiva senza, poi, sbarcare a Firenze. L'attuale attaccante dell'Inter, adesso ai margini della rosa di Antonio Conte, fu in grado di segnare, sotto la gestione del neo mister viola ben 8 reti, concludendo così la stagione in doppia cifra, per quella che ancora adesso è stata, senza dubbio, la sua miglior stagione in serie A.

Ecco allora la suggestione: ricreare una coppia "leggera" anche nell'attacco viola, con Chiesa come ideale alter-ego di Berardi. Se invece il tecnico dovesse virare su un più strutturato 4-3-3 sarebbe l'occasione di vedere come si comporta Dusan assieme a due ali tecniche che possano supportarlo: Politano a dx e Chiesa a sx. In attesa che, rientrato dall'infortunio, uno di quei due posti torni ad essere di Franck Ribèry.

E riguardo le sirene di mercato, oltre al già citato mancino romano, chi dei nomi che si fanno per l'attacco viola potrebbero essere funzionali agli schemi di gioco di Iachini? Petagna, Cutrone (C'È L'OFFERTA?), Zaza sono i profili giusti per risollevare la vena realizzativa di questa squadra? A mio modesto parere, nessuno di questi giocatori sarebbe in grado di garantire un contributo tangibile alla causa viola, finendo piuttosto col togliere spazio all'unico attaccante futuribile che la Fiorentina presenta in rosa: Dusan Vlahovic. Il serbo, seppur ancora acerbo, ha dimostrato di crescere partita dopo partita e di avere margini di miglioramento evidenti. Piuttosto che affiancargli un altro giovane bomber, per quanto promettente, sarebbe preferibile mettergli affianco un giocatore navigato, con alle spalle un bagaglio importante d'esperienza nella massima serie e che garantisca un numero considerevole di goal. Un attaccante abituato a questo tipo di pressioni: questo manca ad una squadra che, classifica alla mano, si trova invischiata nella lotta per non retrocedere. Con l'augurio che il 2020 possa essere l'anno in cui un attaccante torna ad infiammare il Franchi, come hanno saputo fare Batistuta o, più recentemente, Toni e Gilardino.

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