Mancano poche ore all'esordio della Fiorentina in Conference League ed è tempo di conferenza stampa. Imboccato dalla domanda del giornalista, Biraghi ha suonato la carica al pubblico viola. "Sappiamo quanto per noi sia importante l'apporto del pubblico al Franchi", dice il capitano che non cela una vena polemica: "Se saranno solo 10.000 ci dispiacerà. Ci possono essere tanti motivi però, dopo 5-6 anni che la Fiorentina non va in Europa, ci si poteva aspettare qualcosina di più". Biraghi ha ragione: i tifosi hanno regalato supporto e punti a questa Fiorentina, ma sembrano mancare all'appuntamento più importante. Eppure, qualche motivo dovrà pur esserci.
L'analisi
Franchi “scarico” in Conference League: i motivi della scarsa affluenza
Orari, costi e pioggia
Prima di tutto, gli orari. Inutile nascondersi dietro a un dito: alle 18:45 di un giovedì pomeriggio sono molti i tifosi che lavorano. E, in questo senso, il calendario della Conference League ha penalizzato la Fiorentina. Le 3 partite casalinghe si giocheranno tutte nel tardo pomeriggio, mentre le trasferte si terranno ben due volte alle 21:00 e una alle 16:30 (in Lettonia). Difficilmente vedremo un Franchi gremito.
Dopodiché, non è da trascurare il fattore economico. La crisi energetica tarda a concludersi e le famiglie fiorentine ne risentono. Seppur la società sia venuta incontro a tutte le esigenze con un mini abbonamento dai prezzi più che abbordabili (si parte da un minimo di 35€ per tre partite), molti potrebbero preferire il risparmio al calore dello stadio. Nella speranza che, per vedere la Fiorentina in Europa, possano esserci altre occasioni durante l'anno. "Un motivo in più per andare avanti nella competizione", come dice Biraghi.
Trascuriamo, infine, il fattore pioggia che non spaventa il tifo viola. Parafrasando il film "Fuochi d'artificio", ogni buon fiorentino sa "cosa gli fa la pioggia all'omo ragno". Nel dubbio, portare gli scarponcelli di gomma.
© RIPRODUZIONE RISERVATA