Da una parte le buone notizie, come i recuperi di Milenkovic e Dodo, dall'altra la consapevolezza di affrontare una squadra che sa come essere letale dalla cintola in su. Soprattutto contro avversari, come la Fiorentina, votati all'attacco e propensi a lasciare qualche spazio di troppo nelle retrovie. Se è vero che la gara contro la Lazio rappresenta un banco di prova non indifferente per tutta la squadra viola, lo sarà ancora di più per la difesa che Italiano sceglierà di mandare in campo. Perché sì, l'esperimento Terzic ed i buoni segnali arrivati da Quarta, ai quali - ripetiamo - si possono aggiungere i rientri dall'infermeria, sono elementi positivi sui quale lavorare, ma alla fine va trovata la quadra. In maniera stabile, possibilmente definitiva. Lo impongono i meccanismi di un reparto che da quando il calcio è calcio ha nell'affiatamento e nell'armonia gli ingredienti principali, imprescindibili.
Insidia biancoceleste
Difesa viola alla prova del nove, tra recuperi, ballottaggi e una Lazio spietata
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Quale miglior test se non la Lazio tutta tecnica e profondità di Luis Alberto, Milinkovic-Savic e Immobile? La scorsa stagione fu un disastro: fase difensiva viola colabrodo (soprattutto nella ripresa) e 0-3 senza appello. A mancare furono esattamente le cose che serviranno domani per contrastare le folate offensive della squadra di Sarri: poca distanza tra i reparti, intesa nei movimenti intra-reparto e massima attenzione nelle marcature. Concedere due metri in più ad una macchina perfettamente oliata nei tempi e nella velocità per far male negli spazi sarebbe un suicidio sportivo. A Italiano il compito per niente facile di trovare la formula giusta, considerando che non tutti i recuperati (ai quali possiamo aggiungere Nico Gonzalez) saranno ancora al 100%, compreso Igor. Siamo lontani anni luce dal dentro o fuori, ma adesso è arrivato il momento di ricominciare a correre in campionato.
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