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L’editoriale del martedì

Una squadra in salute, la statua e… il nuovo Mister

Una squadra in salute, la statua e… il nuovo Mister - immagine 1
Cosa c’è dietro la bella prestazione della Fiorentina ? Le ultime sulla panchina viola.
Enzo Bucchioni Editorialista 

La vittoria sul Monza non è banale, se leggiamo il risultato, analizziamo le prestazioni, pensiamo al presente e contemporaneamente guardiamo al futuro: è stato un lunedì da ricordare. Applausi.

Oggi il presente ci consegna la Fiorentina all’ottavo posto in classifica, in Conference League, un’altra volta in Europa per tre anni consecutivi. Restano tre partite da giocare, ma basterà battere il Napoli già venerdì prossimo per avere la certezza aritmetica di una nuova Conference. Ha segnato Arthur e così sono 18 i giocatori andati in gol in Serie A e 19 in totale, un dato straordinario. 


Il tutto davanti a quel Raffaele Palladino che da ieri è in pole position per sedere l’anno prossimo sulla panchina della Fiorentina.

Una squadra in salute

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Pensando invece al futuro, alla finale del 29 maggio e alla stagione che verrà, ieri sera abbiamo visto una squadra in crescita, alcuni giocatori fondamentali come Nico e Arthur (entrambi in gol) stanno tornando al loro livello, ma soprattutto ho visto un gruppo che sta bene di testa e di gambe nel momento decisivo della stagione. Una squadra che difende pure molto meglio perchè è maturata, riesce a tenere mentalmente.

Tutto merito, ovviamente, di un allenatore che dopo quasi 120 gare in due anni sta portando la rosa al top della condizione nel momento decisivo della stagione. Nonostante l’usura mentale, la fatica fisica, gli infortuni, un’altra stagione infinita. Nonostante tutto.

L’addio e… una statua

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Fra quattro partite Vincenzo Italiano dirà addio alla Fiorentina e a Firenze, ma lascia in eredità una cultura calcistica straordinaria. Appunto nonostante tutto quello che ha dovuto ingoiare da una critica cieca, ottusa e in malafede che ha alimentato la pancia del tifoso più istintivo. Se fossi Rocco Commisso quella statua che per provocazione voleva fare a Iachini la farei davvero a Vincenzo Italiano.

Tre finali e cinque semifinali in tre anni (sei semifinali, contando anche quella di Supercoppa Italiana a inizio anno) sono fiori all’occhiello della società, numeri da sbandierare. In attesa, ovviamente dell’ultimo atto di questa storia. Una storia bella, che ha dentro anche del cuore e del sentimento. 

Il patto esiste

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Dal sedici marzo vi racconto di un patto di spogliatoio “finiamo il ciclo, ma prima regaliamo un trofeo a Rocco”, sancito da Joe Barone, Italiano e la squadra.  Quelli che non sanno mai niente ma parlano, si sono permessi di ironizzare. 

Ora quel patto ce lo raccontano direttamente i giocatori nelle interviste, lo ha svelato Italiano, purtroppo il trofeo va dedicato a Joe Barone, ma anche questo è il grande spirito che anima un gruppo straordinario, capace di dare tutto e di più per un obiettivo anche morale. In primis quel trofeo lo meriterebbero proprio loro, Italiano e i suoi ragazzi, che da tre anni lavorano per crescere e regalare gioia.

Contro il Monza la vittoria nasce da rotazioni razionali e mirate, grande volontà e senso di appartenenza, con l’idea di tenere tutti attivi mentalmente e fisicamente, dosando le forze, senza spremere nessuno o dimenticare altri, ma per arrivare al 29 con tutto l’organico al top. Di ieri sera ci sono tante cose da apprezzare, dalla concentrazione al gioco, dalla prova di alcuni singoli, alle prestazioni generali e generalizzate. Quando mandi in gol diciotto giocatori diversi vuol dire che la squadra si muove, ci sono schemi, un grande lavoro in allenamento, si gioca un calcio moderno.

E quel calcio, quella concentrazione, la maturità e il carattere dovranno fare la differenza ad Atene. Si può.

Chi sulla panchina?

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Pensando al futuro della panchina, non so se ieri ci siano stati o meno incontri diretti a Firenze per far progredire i contatti già avviati con Palladino, so soltanto che in tarda serata la famosa radio sempre accesa, Radiomercato, ha fatto arrivare sulla mia frequenza la nuova griglia per l’allenatore viola che verrà. 

In testa oggi c’è proprio Palladino, con una percentuale molto alta, mi hanno detto novanta per cento. Vedremo. L’interesse non è nuovo, capiremo se arriverà presto anche la firma.

Palladino ha superato Aquilani per i due anni di esperienza in serie A in più, con ottimi risultati. E’ più pronto, può crescere ancora. Aquilani invece il suo percorso l’ha appena iniziato, forse ci si aspettava anche qualcosa in più in B, comunque metterlo oggi in una panchina importante come quella viola, direttamente in serie A e in Europa, comporterebbe incognite e rischi indubbiamente maggiori. Palladino è giovane, fa un bel calcio, lavora con i giovani, e due anni di esperienza in serie A li ha superati brillantemente. Aspettiamo la firma, ovviamente.

Aspetto anche, cambiando discorso, che cresca ancora di più e siamo già a livelli imbarazzanti, il patetico riposizionamento dei Soliti Noti che stanno leccando con la lingua dei formichieri sia Italiano che i giocatori e stanno provando a riavvicinarsi anche a Commisso ora che hanno capito che non venderà a breve come speravano. Sono tutti pronti a salire sul carro, dopo aver scritto e detto per anni cose che rasentavano la querela. Tutta gente che non ha mai capito di calcio, ma imperversa da anni: ci voleva una proprietà americana a sgamarli. E il carro proprio non esiste, tranquilli. Non affannatevi, la lingua si consuma.

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