Il rosso, nella carriera di Franck Ribery, è un colore molto importante. Rosso (e nero) è il colore della sua Boulogne, dove ha mosso i primi passi dopo le giovanili; granata, colore tra il rosso e il marrone, è la maglia del Metz che lo fece debuttare in Ligue 1 nel lontano 2004-05; rossa è la maglia del Bayern con cui ha vinto tutto in Germania, in Europa e nel mondo. Ma rosso è anche il colore dei già due cartellini rimediati in poco meno di due anni con la Fiorentina.
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Tra nervosismo e annebbiamento: Ribery vede (ancora) rosso
Due espulsioni in poco meno di due stagioni con la Fiorentina, cinque nei precedenti 17 anni
Un finale concitato
Contro la Lazio, il 27 ottobre 2019, l'espulsione arrivò a partita ormai conclusa: 1-2 in favore dei biancocelesti, e Ribery, sostituito non senza polemiche da Montella, rimediò tre giornate di squalifica per proteste e spintoni ad uno dei guardalinee dopo il fischio finale. Al rientro in campo contro il Lecce, verso fine novembre, l'entrataccia di Tachtsidis lo avrebbe fermato di fatto fino a giugno inoltrato, complice lo scoppio della pandemia.
Piede a martello
Oggi invece, contro il Genoa, un cartellino rosso molto diverso: entrata in ritardo coi tacchetti alzati sulla tibia di Zappacosta, poche proteste e testa bassa, quasi a chiedere scusa per l'ingenuità commessa, con grande consapevolezza. La Fiorentina di Iachini ha poi difeso il pareggio con ordine, dovendo far fronte a questo sviluppo inaspettato.
Storico
Nervosismo ieri, annebbiamento oggi: fanno sette espulsioni in 19 anni di carriera, dal 2001-02 ad oggi. La prima col Marsiglia in Coppa UEFA sedici anni fa, l'ultima prima di arrivare alla Fiorentina nel 2012-13 in Coppa di Germania col Bayern. Solo due in campionato, datate 2008-09 e 2011-12. Due, come le due in due stagioni alla Fiorentina. Cosa significa? Magari non molto, perché si parla di episodi, e come tali vanno derubricati. Ma la frequenza in aumento con cui certi episodi si verificano può essere letta come un indice di cambiamento, da una condizione di assoluta serenità (il Bayern spadroneggia da anni in Germania, salvo qualche blitz del Dortmund) ad un contesto di stress - la Fiorentina delle ultime due stagioni - non facile da affrontare senza che il sistema nervoso ne risenta.
L'apporto di Ribery alla causa viola, nonostante questi due passaggi a vuoto che si sommano ad alcune prestazioni francamente non all'altezza e alle tante noie fisiche, rimane comunque apprezzabile per i gol realizzati, non moltissimi ma tutti splendidi, per la leadership e per la crescita di Vlahovic, come ammesso dallo stesso attaccante serbo. Ma Franck ha visto ancora rosso ed è stato il peggiore in campo di oggi, e di questo tutti, lui per primo, ci rammarichiamo.
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