Che cos’è questa sensazione? Diciamocelo, arrivare a una semifinale di Coppa Italia da strafavoriti è qualcosa che non è mai capitato nella storia viola. Prendiamo le cinque semifinali vinte dalla Fiorentina poi campione del Torneo nazionale: 1939-40 e 1960-61 contro la Juve, 1965-66 e 1995-96 contro l’Inter, 2000-01 contro il Milan. Non proprio la Cremonese. Nel 1974-75, invece, per arrivare in finale i gigliati hanno superato un girone con Torino, Roma e Napoli. Quindi niente semifinale. Delle altre 12 volte che il penultimo atto della Coppa Italia ha riguardato la Fiorentina, possiamo citare un paio di volte col Bologna, una col Torino, una con la Sampdoria. Mai, insomma, c’è stato un divario così grande in un momento tanto importante.
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Stavolta Golia siamo noi, ma il Napoli ha insegnato a Italiano due lezioni
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I numeri sono schiaccianti
—La Fiorentina versione 2023 si presenta allo Zini per la semifinale di andata con 12 vittorie in 19 gare (3 pareggi, 4 sconfitte, arrivate tutte prima del 13 febbraio con Juve, Bologna, Torino, Roma in campionato, mentre nelle coppe solo successi). Le reti fatte sono il doppio di quelle subite, 30 a 15, mentre solo in tre casi i viola sono rimasti a secco: si tratta delle sconfitte contro Roma - 2-0, la più “pesante” -, Juve e Torino; quest’ultima è anche l’unica partita senza gol segnati in casa nell’anno corrente. Le reti inviolate sono ben sette, dato che contribuisce alla quinta difesa della Serie A dietro Lazio, Napoli, Juve e Roma. Cabral, in queste 19 partite, saltandone tre per infortunio a gennaio, ha fatto 8 reti, ed è seguito da Jovic che nel frattempo ne ha messe dentro 4.
La Cremonese…
—I grigiorossi, ultimi in classifica con appena 13 punti, nel 2023 contano 15 partite, tre vinte (le due di Coppa contro Napoli ai rigori e Roma e quella di campionato in casa contro i giallorossi), tre pareggiate contro Bologna, Torino e Monza e nove perse. In cinque casi gli uomini di Ballardini non hanno trovato la via del gol, contro proprio la Fiorentina, Napoli, Lecce, Verona e Juventus. 16 reti nelle 15 partite del nuovo anno sono un bottino niente male, se si considera che parliamo del fanalino di coda della Serie A. Ma se la Cremonese è ultima, c’è un motivo: Carnesecchi ha subito 29 gol, quasi due a partita. Dati quasi del tutto inversi, quasi in modo speculare, rispetto a quelli della Fiorentina. Il trono di capocannoniere da gennaio ad oggi è condiviso da Ciofani e Dessers, entrambi a 4 reti e, come Cabral e Jovic, alternativi in campo, mai schierati insieme in quanto due prime punte per un posto.
Due lezioni dal Napoli
—La prima è scontata: la Cremonese ha battuto il Napoli (e la Roma, due volte), occhio alla Cremonese. Va bene che Spalletti schierava le riserve, ma anche le seconde linee degli azzurri dovrebbero essere superiori ai lombardi e sono state comunque sconfitte. Ballardini non ha nulla da perdere e i suoi ragazzi approcceranno la partita senza l’ansia che naturalmente deriva dal dover rispettare il pronostico. Ma la seconda lezione il Napoli suo malgrado l’ha tenuta proprio due giorni fa, perdendo 4-0 in casa contro il Milan. Non era una gara a eliminazione diretta e il campionato non è in discussione, ma rimane l’ammonimento: una partita storta può capitare, e se capita ci possono essere anche 23 punti di distanza in classifica – nel caso di Cremonese-Fiorentina sono ben 27: non si noteranno. Per questo, pur essendo la Fiorentina strafavorita in tutto, un vero e proprio Golia che si para davanti al Davide grigiorosso, sarà bene non dire gatto finché non sarà nel sacco.
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