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SPECIALE VN – Kouamé, da Sesto alla Coppa d’Africa. Il racconto dei primi passi

I ricordi, le opinioni e le testimonianze delle persone che hanno accompagnato Christian all'inizio del percorso che lo ha portato a Firenze
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Christian Kouamé ha vinto la Coppa d'Africa con la sua Costa d'Avorio, primo giocatore viola in assoluto a centrare questo traguardo. Già, nemmeno Salah è riuscito a partecipare ad una vittoria dell'Egitto.  Classe 1997, arrivato da infortunato ma con grandi speranze e, soprattutto, con l'entusiasmo di chi torna a casa dopo un bel viaggio. Già, perché il numero 99 è cresciuto a pochi chilometri da Firenze, nella Sestese, per poi tornare in Toscana dopo le esperienze con la Primavera di Sassuolo e Inter e quindi fare il proprio esordio tra i professionisti nel Prato. Violanews.com,  poco dopo l'annuncio del suo arrivo nell'inverno del 2020, ha parlato in esclusiva con alcune delle persone che lo conoscono meglio per offrire ai tifosi viola un'interessante panoramica sul ragazzo e sul calciatore. Di seguito vi riproponiamo il contenuto in cui potete leggere dell'esperienza di Kouamé a Sesto Fiorentino, mentre nella scheda successiva trovate l'intervista all'allenatore che lo ha lanciato tra i professionisti, sempre datata febbraio 2020. Del resto, il futuro si scrive ogni giorno, ma il passato non cambia mai.

"Kouamé non è il primo giocatore che arriva in Serie A passando per la Sestese". Matteo Melani, presidente della società rossoblù che si è soffermato insieme ad alcuni membri della dirigenza a parlare con noi, cita Andrea Pazzagli, (ex portiere del Milan dal 1989 al 1991), Gabriele Cioffi (Torino 2006/2007, attuale allenatore dell'Udinese), Andrea Fulignati (Palermo 2016/2017, oggi al Catanzaro). Senza dimenticare Piero Torrini, il primo in assoluto a calcare i campi della massima serie provenendo dal campo sportivo oggi a lui intitolato, appunto il Piero Torrini di Sesto. "Alcuni prospetti interessanti del calcio italiano, come il portiere della Nazionale U17 Molla, Del Favero e l'ex viola Gabriele Gori hanno cominciato qua".

L'ARRIVO - "Kouamé è arrivato in aereo da Bingerville, nella prefettura di Abidjan, capitale della Costa d'Avorio, l'8 ottobre del 2013, assieme ad altri tre ragazzi. Un pulmino è andato a Bologna a prenderli e abbiamo cominciato con loro uno stage; le cose sono andate per il meglio, dunque abbiamo avviato le normali pratiche per il tesseramento, perfezionato a gennaio 2014. Si allenava sempre con i grandi anche se era in età da Allievi: giocava pure con gli Juniores, che ha portato in finale di Coppa Toscana, ha fatto anche una manciata di presenze in Prima Squadra".

CHRISTIAN CALCIATORE - "Grandissime qualità tecniche, ma tutti gli allenatori che lo hanno avuto erano concordi: davanti alla porta sbagliava sempre. Non riusciva mai ad essere concentrato, era frenetico... Però mi ricordo un gol con gli Allievi a Margine alla Del Piero, i colpi li ha e adesso è migliorato tantissimo anche nella finalizzazione. Il ruolo? All'inizio giocava esterno, sull'ala, poi negli anni si è sistemato in una posizione più centrale. Non ha mai superato la doppia cifra, anche negli anni della Primavera al Sassuolo e all'Inter si vedevano le sue doti, ma non ha mai concretizzato molto in termini di gol fino all'esplosione definitiva al Cittadella in Serie B. Kouamé gioca per la squadra, torna indietro, lavora moltissimo, è uno di quei giocatori che gli allenatori apprezzano e vorrebbero sempre con sé. Gli piace buttarsi negli spazi, gioca benissimo in campo aperto con una punta attorno alla quale muoversi".

CHRISTIAN RAGAZZO - "Un ragazzo al quale non si può non voler bene. Solare, di un'educazione squisita, rispettoso al massimo e sempre con il sorriso sulle labbra. Anche coi compagni il rapporto era perfetto. Oltretutto, è una persona con la testa sulle spalle: quando lo portammo alla Primavera del Sassuolo, lui ci disse che avrebbe chiesto ai dirigenti neroverdi di iscriverlo a scuola. Anche da noi tutte le mattine faceva lezione di italiano con un insegnante, ma se c'è una cosa sulla quale abbiamo faticato con lui, quella è la puntualità. Non per cattiveria, ci mancherebbe, ma proprio per un fatto culturale. E allora bisognava suonargli il campanello... Non ha mai neanche subìto episodi di razzismo, è difficile sfociare in certi episodi, sempre sbagliati, con un ragazzo pacato e concentrato sul gioco come lui. A neanche 16 anni si è staccato dalla famiglia e voleva in tutti i modi perseguire il suo obiettivo, per cui ha investito tantissimo. E adesso è arrivato alla Fiorentina... Non che avesse un obiettivo particolare a livello di destinazione, ma è felicissimo del calore che ha percepito all'arrivo a Firenze. Pensate che lui ha ancora il numero telefonico che gli prendemmo noi quando arrivò in Italia. Una debolezza? Soffriva tantissimo il freddo, lo portammo a comprare tantissimi cappotti, specie quando poi si trasferì al Nord... Dopo la rottura del crociato in autunno, lo trovammo a vedere una partita a Prato, il giorno prima dell'operazione: ci diceva che sono cose che capitano, che non vedeva l'ora di andare sotto i ferri e ricominciare a giocare. Qualsiasi cosa succeda, lui la valorizza e l'apprezza appieno".

Kouamé è veramente riconoscente alla Sestese e al Prato per tutto quello che le due società hanno fatto per lui, e ci tiene sempre a ricordarlo e a fare qualche visita quando può. Ad esempio nel febbraio del 2019, quando l'allora attaccante del Genoa si è fermato a fare foto e firmare autografi con gli oltre 400 giovani calciatori della Sestese. Chi lo sa, magari tra di loro c'era qualche talento in grado di seguire le orme di Christian... 

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