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VIOLA NEWS esclusive shot on target Pioli guarda il dito, De Gea la luna: ora si lotta per la salvezza, il resto chissà
Esperienza pre-morte

Pioli guarda il dito, De Gea la luna: ora si lotta per la salvezza, il resto chissà

Federico Targetti
Federico Targetti Caporedattore 
Il commento ad una serata, un'altra, sportivamente surreale

Il Bologna aveva trafitto a morte la Fiorentina. Sul serio. Al gol del 3-0 di Dallinga, poi annullato, è successo il finimondo, cori che chiamavano in causa la Serie B, tensione tra i tifosi in tribuna coperta e il dg Ferrari, ufficio facce in campo da funerale. Poi è arrivata la segnalazione del fuorigioco di Orsolini, e da lì è cominciata un'altra, strana, partita. Un po' come se il corpo della Fiorentina, pur inerte, avesse avuto degli spasmi involontari, e questi avessero permesso di raggiungere in qualche modo, in maniera sporca e nervosa, il pareggio su doppio rigore e quasi la vittoria. Una vera e propria esperienza pre-morte.

Due partite diverse

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Ora, a sentire l'allenatore Pioli che ha visto la partita da bordo campo e il portiere De Gea che l'ha vista dal suo lato corto, sembra che se ne siano giocate veramente due. Forse il tecnico parla di quella che è cominciata dopo la rete tolta a Dallinga: "Abbiamo meritato di vincere, creato più occasioni di loro", ha argomentato sottolineando il momento di difficoltà e la necessità di migliorare dal punto di vista della mentalità. De Gea invece parla chiaramente a partire da quello che è successo prima: "Dopo il 3-0 pensavamo di poter perdere 6-0". Un punto di svolta con una reazione allo svantaggio, una rimonta con due rigori nel secondo tempo in casa con una squadra importante: sembra la partita con la Lazio dell'anno scorso, ma quel pomeriggio la svolta è stata radicale, tattica, di concetto. Questa volta è stata una reazione indotta dal ritorno dall'Oltretomba grazie alla (sacrosanta) segnalazione del Var, che ha spostato l'inerzia della gara.

Ora l'Inter, ma poi...

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Milan, Bologna e Inter sono tre avversarie contro cui si devono pretendere segnali più che risultati, specie le milanesi: qualcosa è arrivato in positivo, qualcosa però anche in negativo. Rimane ancora una partita in questo miniciclo infernale, quindi il calendario ne prevede due che in questo momento la Fiorentina non può permettersi di non vincere: Lecce e Genoa, due serie "candidate" alla retrocessione assieme a Pisa e Verona per quanto visto fin qui. Ah, beh, e anche alla Fiorentina. Questo dice la classifica, questo dicono i dati, fino alla svolta che tutti ci auguriamo arrivi il prima possibile. Per questo concedere punti a una, o peggio, a tutte e due queste squadre, con la sosta che arriva dopo, potrebbe risultare mortifero per una stagione che già si sta mettendo malissimo. Bisogna entrare, almeno per le prossime due settimane, nell'ordine delle idee di lottare per la salvezza: mettere l'elmetto, cercare di ottenere il massimo possibile in casa dell'Inter, dove è contemplabile perdere anche in condizioni di salute, resistere e poi giocare alla morte contro salentini e liguri. Dopo, se queste due partite saranno vinte, respirare e rialzare la testa, provando a guardare più in là. Farlo adesso sarebbe solo deleterio, perché il presente è questo.