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Pioli testa il Martinelli 2.0. Un ruolo alla Maignan ed un’eredità futura

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Stefano Pioli sta lavorando per avere un Martinelli sempre più moderno. Il classe 2006 ha di fronte a sè una stagione importante
Niccolò Meoni
Niccolò Meoni Redattore 

Capelli lunghi (come sottolineato da De Gea), promozione a secondo portiere, ed allenamenti su misura. Questi sono stati i primi giorni di ritiro per Tommaso Martinelli. Il portiere classe 2006, nativo proprio di Bagno a Ripoli, si presenta ai nastri di partenza con un nuovo ruolo, e tante aspettative. Il talento non si discute, e la Fiorentina ha puntato su di lui. Pietro Terracciano lo scorso anno era stato il dodicesimo uomo, ma adesso ha lasciato Firenze, direzione Milano. Un addio che spalanca le porte proprio per Martinelli. La società ha scelto di tenerlo, senza mandarlo a giocare, per valorizzarlo. Una scelta non condivisa da tutti gli addetti ai lavori, ma che permetterà al ragazzo di mettere nelle gambe molta esperienza, anche europea, e con un club di livello.

Un portiere moderno

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Un particolare di questi primi giorni di ritiro, è stata la propensione di Stefano Pioli, a volere un Martinelli impegnato con i piedi. Spesso quando gli altri portieri erano in gruppo, lui si allenava con la squadra, come se fosse un giocatore di movimento. I portieri di oggi hanno dei compiti diversi, in primis quello di agire da registi arretrati. Con i sistemi di pressione odierni, spesso gli estremi difensori sono gli unici uomini liberi, ed avere un portiere bravo con i piedi, da grandi vantaggi in impostazione. Basti pensare proprio a Stefano Pioli, ed al suo Milan. Mike Maignan era spesso un elemento chiave, con i lanci lunghi per Leao e Giroud, o le rasoiate che saltavano il pressing. Chiaramente questo è solo un esempio, ma Martinelli dovrà farsi trovare pronto anche in questo. De Gea non è eterno, e Martinelli sarebbe un erede perfetto, il tutto a grandi tinte viola.