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Pioli, le certezze e cosa manca: meno di un mese al via. Un primo bilancio
Ventotto giorni esatti e sarà di nuovo campionato. Tra quattro domeniche la Fiorentina scenderà in campo a Cagliari per l'esordio nella Serie A 2025/26 (tre giorni prima ci sarà invece la prima gara ufficiale in Conference League) e dunque, dopo una prima fase di ritiro si può trarre già qualche indicazione. La prima è legata al ritorno di Stefano Pioli in panchina e all'entusiasmo che si respira al Viola Park dentro e fuori dal campo. Sono bastati pochi allenamenti per vedere l'impronta del nuovo tecnico e uno stile di gioco in netta contrapposizione a quello della scorsa stagione per generare euforia e nuove aspettative. Ma è ancora troppo presto per fare bilanci, soprattutto in una fase così transitoria.
De Gea, Kean, Gudmundsson, Gosens, Dodò, Fagioli, ecc... La Fiorentina riparte dalle certezze, da un'ossatura solida, di qualità, come mai era accaduto nei precedenti anni della gestione Commisso. Gli arrivi di Dzeko e Fazzini (di Viti lo capiremo strada facendo) hanno aggiunto esperienza e soluzioni offensive, e già dai primi test si è vista la voglia del tecnico a mettere in mostra giovani come Kospo e Montenegro. Presto, prestissimo anche qua per capire le loro potenzialità e l'utilità nella Fiorentina che verrà, ma una cosa si è già capita: Pioli preferisce scommettere su ragazzi del 2006/2007 rispetto agli "esuberi". Le gara contro la Primavera, Grosseto e Carrarese hanno infatti lasciato ai margini i vari Barak, Ikoné, Brekalo, Nzola, Infantino, giocatori arrivati al capolinea della loro esperienza viola.
Cosa manca è presto detto. La squadra - parola di Pioli - è completa al 70%, da innestare con almeno un vice-Dodò, un attaccante tuttofare, e un paio di centrocampisti di cui uno forte, straforte, da cambio di passo, da salto di qualità. Chissà che il prescelto non possa essere quel Kessié, che l'allenatore parmigiano ha già avuto al Milan e con il quale si è portato a casa lo scudetto 21/22. Difficile, forse impossibile per lo stipendio monstre dell'ivoriano (14 milioni netti), ma la pista ad oggi non sembra chiusa.
Adesso l'Inghilterra è la prossima tappa. Con le prossime tre amichevoli (IL PROGRAMMA COMPLETO) si alza l'asticella, l'attenzione, il livello di guardia. Leicester, Nottingham e il gran finale a Old Trafford con il Manchester United daranno a Pioli quelle risposte che va cercando e forse ulteriori dubbi. Si capirà chi scende e chi sale nelle gerarchie, gli uomini su cui contare e quelli di cui si può fare a meno. Fino a quel momento però complicato vedere volti nuovi. Per il mercato vero e proprio la sensazione è che si scivolerà almeno al 10 agosto, quando la truppa tornerà dalla terra di Albione.
Da lì ci sarà la caccia al colpo grosso, all'occasione last minute, a rifinire una rosa non ancora definita e definitiva. E soprattutto alla necessità di piazzare i sopracitati esuberi da parte di Daniele Pradè e della squadra mercato. Tanti, troppi i calciatori "accumulati" negli anni che poco o niente hanno dato a questa Fiorentina, con forse un'eccezione: Sabiri. Croce e delizia di tecnici e compagni, il marocchino è l'unico ad aver dato qualche segnale in queste due settimane. Potrà essere un jolly o soltanto un bluff?
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