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Monte ingaggi e costi abbassati: cosa riserva il futuro alla Fiorentina?

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Chiara la strategia di mercato della Fiorentina: abbassare i costi e tagliare il monte ingaggi. Cosa si rischia cosi facendo?
Tommaso Ormini

Milenkovic (3,3), Duncan (1,6), Castrovilli (1,6) Bonaventura (1,5). Questi sono i nomi usciti dalla Fiorentina per il momento, senza considerare i vari prestiti non riscattati e Nico Gonzalez (3) che per ora c’è, ma vedendo l’andazzo e le ultime notizie, ci riserviamo il beneficio del dubbio. Con tutti i nomi partenti, la Fiorentina ha abbassato il suo monte ingaggi lordo di circa 25 milioni (con Nico sarebbero oltre i 30), andando a prendere giocatori (Colpani, Pongracic e Kean) che pesano sul totale circa 11 milioni. Chiaro diktat societario quello di diminuire il monte ingaggi, ma le parole di Pradè dello scorso giugno hanno fatto intendere tutt’altro. Monte ingaggi alto però non vuol dire automaticamente vittoria, e su questo siamo tutti d’accordo.

Nella capitale poche parole e tanti fatti

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Prendiamo d’esempio la Roma, premettendo che il fatturato giallorosso è il doppio di quello della Fiorentina. Il passaggio di proprietà è avvenuto nell’agosto del 2020, da Pallotta alla famiglia Friedkin. Da quell’anno a oggi la società Roma non ha mai, e ripetiamo mai, avuto il bilancio in verde. In più, oltre ad aver avuto sempre un monte ingaggi superiore al suo posizionamento finale in classifica, non ha mai parlato pubblicamente ai tifosi. In compenso, gli stessi tifosi, hanno visto vincere un trofeo che alla Fiorentina è sfuggito due volte. Hanno visto un allenatore del calibro di Mourinho sedere sulla propria panchina e giocatori come Dybala, Lukaku, ora Soulè e molto probabilmente Dovbyk vestire la maglia giallorossa. Hanno fatto una finale di Europa League e quest’anno con De Rossi in panchina stanno spendendo oltre 100 milioni per il calciomercato. Con tutti i soldi spesi, i risultati sportivi sono arrivati a metà, ma la Roma ha una delle più alte percentuali in Serie A per tifosi allo stadio (abbonamenti già sold out). Quest’anno ha dovuto rifondare la rosa precisamente come la Fiorentina, ma i risultati per il momento, sono oggettivamente opposti


Una conferenza da rivedere

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Il grande attaccante è un obiettivo”. Bene, è arrivato Kean. Tanto entusiasmo e super positivo nelle prime amichevoli, ma per essere considerato un grande attaccante ne deve passare di acqua sotto i ponti. “Se la società individuasse un profilo fuori budget, il presidente ci ha dato l’autorizzazione”. Le cose sono due, o il grande obiettivo ancora non è stato individuato, oppure le prospettive di inizio stagione sono già cambiate. “Nico al 99% resta”. L’idea è che quel 1% sia stato più che altro un invito ad eventuali pretendenti a farsi avanti. Tutto e il contrario di tutto, al 31 agosto manca ancora un mese, ma la fiducia nell’aria inizia a vacillare.

Il futuro della Fiorentina

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La società, a detta di Pradé, si è definita ambiziosa, ribadendolo più volte. L’arrivo di Palladino ha dato un pò di speranza alla piazza, ma il calciomercato sta addormentando l’amore dei tifosi. I costi sono stati diminuiti, i calciatori, a seconda delle offerte, difficilmente verrano trattenuti e i conti sono sempre più in verde. Qual è il vero senso di avere lo “scudetto del bilancio” ogni anno se poi non riesci a trattenere i tuoi migliori giocatori? Il rendere più finanziariamente valida un’azienda come la Fiorentina agli occhi del pubblico, abbassando i costi, getta un seme, un’idea, nelle menti dei tifosi viola, che si domandando: Quale sarà il futuro della Fiorentina?