Autore di vari libri sul calcio e vincitore del premio Selezione Bancarella Sport, Mauro Grimaldi è un profondo conoscitore della Roma su cui ha scritto in quattro volumi “La Roma Storia e Mito” per “Edizioni Eraclea”.
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Mauro Grimaldi a VN: “La Roma di Spalletti corre come una provinciale”
“Sousa il più grande investimento della Fiorentina. Pallotta è un manager. Su Totti e Spalletti…”
Difetti e pregi di questa Roma?
“Gioca e vive in una città complicata come tutte le grandi città, quindi soffre degli umori della piazza. Arrivare secondi non basta perché sei condannato a vincere e non tutti i giocatori reggono la pressione. Piazze come queste necessitano di grandi giocatori con grandi personalità che sostengano tensioni molto alte. Questo è il grosso peso che si porta dietro la Roma da sempre e forse l’ha limitata nella conquista di qualche titolo in più. Paradossalmente i pregi sono gli stessi, quando questa città ti abbraccia, sostiene e porta in alto allora la squadra vola. L’esempio ce lo abbiamo adesso. Con un allenatore che ama Roma ed è amato da Roma. Così la squadra sta andando forte. Corre come una provinciale. La Roma ha riacquistato il carattere che aveva perso”.
Che ne pensi della Fiorentina?
“Rispetto al materiale umano che ha, Sousa ha fatto la migliore performance del campionato. Tiene la Fiorentina ad altissimi livelli, l’ambiente legato. Ho molta stima di questo allenatore perché sa gestire giocatori e pubblico. In Italia il problema è che non diamo il tempo agli allenatori di potere ottimizzare il tempo che si sono proposti, questo vale anche per la Roma. Un allenatore deve essere bravo a tenere i rapporti con tutto ciò che ruota intorno alla squadra, arginare società e stampa. Sousa è il più grande investimento che ha fatto la Fiorentina”.
Come sta Salah a Roma?
“Credo che stia bene. Viene da un passaggio un po’ traumatico a Firenze ma si è ben inserito a Roma, apprezzato dal pubblico. Vediamo se gioca. È tatticamente intelligente, veloce ma dopo l’infortunio nel derby ha avuto qualche problema fisico di cui ancora risente a causa della sua corporatura esile e del fatto che corre molto”.
Fra Totti e Spalletti con chi ti schieri?
“Totti è un grande calciatore. È la Roma, tra virgolette. Se avesse ceduto alle sirene dei grandi club avrebbe vinto molto di più, per questo merita rispetto. Spalletti fa l’allenatore e deve gestire il gruppo a prescindere da Totti. Sono due persone intelligenti. Hanno capito che possono esserci problemi ma vanno gestiti. Io credo che un gruppo vada gestito, scende in campo il migliore, il più in forma, quello che si adatta alla partita. Forse andava gestito un po’ meglio questo rapporto. L’infortunio di Totti ha ritardato questo problema che poi è esploso. Ma penso che troverà ancora degli spazi perché può fare ancora la differenza”
Chi giocherà in attacco venerdì e un pronostico?
“Ci sono dubbi su Dzeko, non so se diplomatici o fisici. Probabilmente Spalletti sceglierà un attacco più leggero con El Shaarawi, Perotti e Salah. Si trovano a occhi chiusi. Oggi la Roma finalizza, la mette dentro. Pronostico sempre difficile. Sono due belle squadre, sarà una partita aperta e ben giocata. Il panorama del calcio sta cambiando con politiche di investimento e sui giovani. Finalmente dopo tanti anni fra le prime quattro squadre ce ne sono tre del centro sud”.
Meglio Pallotta o Della Valle?
“Sono due presidenti diversi, diametralmente opposti con un approccio diverso. Della Valle un po’ più sanguigno e legato al territorio. Pallotta è un presidente americano che non ha radici profonde come le avevano Sensi o Viola. È un manager che fa degli investimenti per ricavare dei profitti. Del resto il calcio è un’azienda anomala legata molto al risultato sportivo e questo destabilizza la situazione generale”.
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