Niente da fare, la Fiorentina ancora una volta esce da una partita di campionato senza vittoria. Con un avversario come l'Inter era difficile aspettarsi un risultato diverso, ma la formazione viola dei primi sessanta minuti aveva tenuto botta contenendo gli attaccanti nerazzurri senza troppi patemi. Poi i cambi e il tracollo.

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Gudmundsson mediano e Ndour più avanti di Kean: “paura e delirio” a San Siro
Non è un caso infatti se il primo gol dell'Inter è avvenuto appena quattro minuti dopo l'uscita dal campo di Albert Gudmundsson al quale Pioli aveva affidato un compito difensivo non da poco: essere l'ombra di Calhanoglu. E l'islandese ha eseguito alla perfezione la richiesta del tecnico ritrovandosi più volta al limite della propria area di rigore a recuperare palloni. Da ciò deriva il dato sul baricentro della Fiorentina nella sfida di ieri sera: 45,7 metri dalla porta di De Gea. Come mostrano le posizioni medie nelle rilevazioni di Sofascore, Gudmundsson, che dovrebbe stare alle spalle di Kean, si trova addirittura dietro Mandragora in una posizione da mediano. Senza contare poi che il giocatore più offensivo della Fiorentina è risultato Ndour. Nel titolo abbiamo citato il film di Terry Gilliam del 1998, con San Siro al posto di Las Vegas, ma magari i numeri 10 e 27 viola avessero lo stesso carisma di Johnny Depp e Benicio Del Toro.
Insomma, in fase difensiva Gudmundsson è stato impeccabile, cosa che non è riuscita a chi è subentrato al suo posto, facendo un gran lavoro sporco che è passato quasi inosservato. E forse è proprio questo il problema. Senza Fagioli e Nicolussi Caviglia a centrocampo doveva essere lui a portare qualità alla squadra. L'islandese dovrebbe essere colui che spicca per le proprie giocate, che crea e salta l'uomo. Ieri non si è visto niente di tutto ciò e non è la prima volta in cui questo accade.
Dal numero 10 viola è lecito aspettarsi molto di più e se ieri i suoi compiti e la sua posizione in campo lo tenevano in gabbia incapace di esprimersi, è auspicabile pensare che almeno contro il Lecce Pioli lo lasci più libero di muoversi. Perché la qualità ce l'ha e, anche se a sprazzi, si è vista. In Nazionale ha dimostrato di saperla mettere in campo se non vincolato da lavori sporchi, ma già contro il Rapid Vienna prima e il Bologna poi aveva dato segnali di vita. Quello fatto finora però non basta e se per Pioli la gara contro i salentini è una partita da dentro o fuori, Gudmundsson sarà uno di quelli che dovranno invertire il trend negativo per cercare di conquistare finalmente la prima vittoria in campionato.
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