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MILAN, ITALY - OCTOBER 24: M'Bala Nzola of Pisa SC celebrates scoring his team's second goal with teammates during the Serie A match between AC Milan and Pisa SC at Giuseppe Meazza Stadium on October 24, 2025 in Milan, Italy. (Photo by Marco Luzzani/Getty Images)
È uno dei temi più dibattuti in casa Fiorentina, e ancora oggi resta senza una vera risposta, per lo meno senza una definitiva visto che per il momento Pioli ha chiuso: giocare con le due punte o no? All’interno dell’ambiente viola si sono create due “fazioni”, passateci il termine, quella di Edin Dzeko e quella di Stefano Pioli (LEGGI I RISULTATI DEL SONDAGGIO VN). Due figure esperte, con esperienze e visioni diverse. È chiaro che la parola dell’allenatore pesi di più — è lui a prendere le decisioni — ma quando a parlare è un attaccante del calibro di Dzeko, la sua opinione non può certo passare inosservata.
Ieri, a San Siro, il Pisa ha rischiato di compiere un’autentica impresa: avanti 1-2 fino ai minuti finali, ha visto svanire il sogno a causa del gol di Athekame, che ha evitato la catastrofe al Milan. Per chi ha guardato con attenzione, la squadra di Gilardino non ha certo impostato una gara difensiva. Anzi. In campo due punte pure come Nzola e Meister, con Tramoni schierato sulla linea dei centrocampisti — anche se centrocampista, di fatto, non lo è. Il parallelo allora viene facile, anche perché 5 giorni prima a San Siro c'erano i viola: è davvero così impossibile giocare con Kean, Piccoli/Dzeko e Gudmundsson?
La differenza però non sta solo nei nomi, ma nell’atteggiamento. Il Pisa ha avuto il coraggio di rischiare, di rinunciare a un centrocampista in più per aggiungere peso e presenza offensiva. La Fiorentina, invece, sembra prigioniera di un equilibrio teorico che spesso si traduce in prevedibilità.
Pioli per adesso non sembra voler cambiare idea, non rinunciando al "suo" equilibrio tattico. E dire che le due punte erano nella sua testa in estate. Quando decide di inserire due attaccanti veri, lo fa solo nei minuti finali, quasi come mossa della disperazione. Eppure, guardando i numeri, uno dei problemi della Fiorentina è anche il segnare. Allora perché non (ri)provare? Con tre giocatori offensivi come Gudmundsson, Kean e uno tra Dzeko e Piccoli, la squadra avrebbe più soluzioni, più profondità e più imprevedibilità. Certo, servirebbe un grande lavoro di sacrificio sugli esterni e nei rientri, ma non è forse questo che distingue le squadre coraggiose da quelle prudenti? Forse il problema è nelle caratteristiche di difensori e centrocampisti?
Il Pisa ha dimostrato che, con organizzazione e convinzione, si può attaccare anche contro una big come il Milan. La Fiorentina, invece, continua a chiedersi se possa permetterselo. Ma forse la domanda giusta di questo articolo è un’altra: quanto ancora può permettersi di non provarci?
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